lunedì 14 gennaio 2013
Dei parchi giochi e del federalismo
Ho letto in rete una notizia, riguardante la possibilità di "privatizzare" i parchetti pubblici di Bologna, che ha scatenato in me tre riflessioni:
- la prima, più aderente alla notizia, è che trovo assurda questa possibilità. Non bisogna essere mamme per capire il valore sociale che hanno i parchi giochi: permettono i primi contatti tra bambini, anche per quelli che non hanno la fortuna di vivere l'esperienza dell'asilo nidi; abbattono le barriere sociali tra i bambini (un bambino figlio di immigrati va sull'altalena allo stesso modo di un figlio di italiani) e danno a tutti la stressa possibilità di gioco a prescindere dalla condizione economica del nucleo familiare; riportano i bambini verso modalità di gioco 1.0 senza televisione, videogiochi o pc; permettono alle mamme (e ai pochi papà che scelgono di prendere il congedo parentale) di socializzare, di sconfiggere il "baby blues" e di confrontarsi; sono una formidabile alternativa alle strade vuote (sarebbe bastato un giro a vedere i giochi di Piazza Oldrini il pomeriggio dopo l'inaugurazione);
- la seconda è legata alla drammatica situazione in cui si trovano oramai le casse dei Comuni; la scelta non è condivisibile, ma se si arriva a pensare di mettere un ticket d'ingresso ai parchi giochi vuol dire che i tagli ai bilanci comunali (senza che i Comuni siano sollevati da alcuni compiti e doveri) sono arrivati davvero all'osso.
- la terza è legata alla seconda e si chiede come sia possibile che tutto questo sia accaduto se negli ultimi 19 anni la Lega Nord sia rimasta al governo per 10; sarà certo colpa di "Roma ladrona", ma gli amici padani qualche responsabilità la portano sicuramente...
Spero due cose, in conclusione:
- che l'assessore del Comune di Bologna abbandoni questa possibilità
- che gli elettori si ricordino, il 24-25 febbraio, di chi in questi anni si è riempito la bocca di parole come "federalismo" e "sostegno agli enti locali" e li lasci a casa a riflettere un po'...
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