domenica 6 ottobre 2013

In un armadio




Oggi ho fatto il cambio dell'armadio.
E mentre riponevo le stoffe estive, accarezzavo la lana e tiravo fuori sciarpe e guanti ecco che mi sono immersa nei colori, nei profumi e nelle emozioni.
Una maglia o un vestito possono far venire in mente alcuni dei momenti più belli o più dolorosi.
Ed ecco che un pomeriggio di "lavoro domestico" si è trasformato in un viaggio appassionante tra i ricordi.

C'è il rosa acceso che mi riporta alla giacca a vento di una ragazzina di vent'anni fa e al suo primo bacio.
Ci sono la camicia e le ballerine rosse consumate in una campagna elettorale.
C'è l'avorio di quell'Abito.
C'è la t-shirt gialla rigata di lacrime di gioia alla scoperta di aspettare la mia prima bimba.
C'è il blu sbiadito del maglione con cui si andava agli esami universitari, sperando in non so quali poteri apotropaici.
C'è l'azzurro cielo pieno di speranza di quella sera a guardare "l'ultimo bacio".
C'è l'arancione del maglione che mi scaldava quel capodanno a Marrakech.
C'è il nero conturbante di una scarpa col tacco per quella cena piena di romanticismo struggente.
E poi ci sono i jeans, così comodi per sedersi in cattedra a parlare di letteratura e di sogni, il cappotto regalato dalla nonna per i 18 anni, i pantaloni bianchi comprati dopo aver fatto pace con la propria autostima.

In un armadio e in quello che esso ha contenuto ci possono stare i ricordi più forti di una vita, soprattutto per chi ricorda "attraverso le immagini". Il che è un po' una maledizione e un po' un'immensa fortuna, perché quei colori, quei profumi e quelle immagini rimarranno scolpite per sempre. Nella testa e nel cuore.