domenica 25 agosto 2013

Zaino in spalla




Lo so che siamo al 25 agosto, che manca quasi un mese alla fine dell'estate. Ma per me le vacanze sono concluse, domani si torna al lavoro definitivamente, senza più stacchi e interruzioni.
Questa sera mi ricorda tanto le sere che anticipavano i miei primi giorni di scuola da insegnante: la voglia di riprendere, le cose da fare già chiare nella testa.
In una parola, la progettualità che (a me) fa stare tanto bene.

Si chiude con oggi la mia estate.
Un'estate strana, se devo provare a descriverla.
Un'estate in cui ho scoperto alcuni aspetti di me che mi piacciono molto, e altri un po' meno. Ed ecco che, alla "veneranda età di 33 anni", ti scopri un pochino diversa da quello che credevi.
Un'estate fatta di emozioni forti, che mi ha obbligato a fare i conti con le mie fatiche, ad esempio di mamma, ad ammetterle e a provare a superarle.
Un'estate di sole, tra bagni in mare spensierati e passeggiate riflessive tra i boschi in montagna.
Un'estate di scelte, di entusiasmo, di "sana nostalgia".
La MIA estate, insomma.

Ecco, domani si ricomincia il turbinio di telefonate, mail, urgenze, appuntamenti.
Ma si ricomincia con entusiasmo, che non significa pensare ingenuamente o presuntuosamente che non ci sarà la fatica, a volte anche durissima.
Significa semplicemente che si ricomincia con quel "bagaglio" che ci ha un po' cambiati, e che ora fa parte di noi.

venerdì 2 agosto 2013

Storia e storie




Mattina di pieno sole, in stazione ad aspettare un treno con destinazione fine settimana lungo in montagna, dalla mia famiglia.
È il 2 agosto e la testa non può non registrare la data, pensare, ricordare, fare silenzio di fronte alla Storia e ai mostri che la popolano.

La stazione però oggi è quella di Monza, e questo mi riporta a quadri della mia storia: quanti mezzogiorni in attesa del treno per Sesto, dopo tante ore tra versioni di Cicerone, versi di Eschilo e sonetti di Petrarca. Con la testa sugli impegni del pomeriggio, i compiti da fare, gli allenamenti.

Ho iniziato il liceo con l'a.s '93/'94. Mi ricordo che cos'è stato quell'anno, per la politica italiana, più che altro attraverso il ricordo dei commenti del mio prof. del ginnasio (il liceo aveva la fama di essere il "liceo rosso" per antonomasia) e attraverso i commenti delle mie compagne dalla Brianza imprenditoriale.
C'è chi pensa che ieri si sia chiusa una storia iniziata quell'anno, chi no, chi è indignato, chi esulta.

Io prendo atto del terremoto politico, mi indigno (sì, mi indigno) per quel messaggio pericoloso che ieri è stato trasmesso su quasi tutte le reti e in quasi tutti i servizi, ma la mia testa rimane su altro.
Rimane sul mio partito, su quello che vuole essere e sulla capacità che vuole avere di non tradire i suoi elettori. Di intercettarne altri, di ridare speranza e di formulare risposte concrete.
Rimane sul mio Paese e sulla mia città, sui bisogni dei cittadini, sugli strumenti che (non) abbiamo per rispondere a tutti.

Se mi dovessero chiedere quale sia stata la notizia che più mi ha colpito delle ultime settimane, a me verrebbe in mente di pancia, subito, un nome: Laura Prati.
Ed è per storie come la sua, non per la sentenza di ieri, che adesso scrivo con un po' di speranza, in treno, guardando le Grigne che svettano in un cielo che mai mi è sembrato così azzurro.