A volte, nella vita, si fanno strani incontri. Strani nel senso di inaspettati, inimmaginati, ma che ti spalancano mondi luminosi. A me è successo sabato pomeriggio, e questo incontro ha un nome e un cognome: Carolina Raspanti.
Carolina ha scritto un libro, sulla sua vita da lei descritta come entusiasmante e piena di soddisfazioni, che inizia così: Io mi chiamo Carolina Raspanti e sono una normalissima ragazza di 21 anni. Il fatto di essere Down non mi pesa per niente e direi che anche gli altri non mi fanno sentire diversa...
Carolina, sabato pomeriggio, mi ha incantato. Anzi, ha incantato tutta la sala, gremita per la presentazione del suo libro. Mi ha incantato con la sua gioia e la sua grinta, con il suo ottimismo che lei dice essere il sale della vita. Mi ha incantato la naturalezza con cui, attraverso la sua penna, ci insegna che non c'è una diversità, ma un caleidoscopio di unicità. Che tutti siamo diversi, ma poi...diversi da cosa?
Carolina ha dato uno schiaffo all'eterna insicura che c'è in me quando con orgoglio scrive " Io mi sono sempre accettata e mi sento anche molto bella". E lo è davvero, con i suoi occhi verdi e il suo sorriso irresistibile.
Il suo libro dovrebbe essere letto nelle scuole, tra i preadolescenti confusi di fronte alla vita a cui si affacciano, preda delle insicurezze e delle prime sconfitte.
Io l'ho già messo da parte, per mia figlia. Perché vorrei tanto insegnarle, anche grazie alla storia di Carolina, quell'amore per sè e per gli altri che dà sapore alla vita.
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