lunedì 5 settembre 2011

Lista (corta) dei desideri

Visto che si parla tanto di nuova legge elettorale, dico qui i miei tre punti fermi su cui mi piacerebbe che il PD trovasse una posizione comune e chiara.

1) primarie per scegliere i candidati al Parlamento

2) doppia preferenza di genere (ci apriamo o no alle donne in politica?)

3) limite di due mandati. SENZA deroghe.



Che dite, chiedo troppo?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

La prima e la terza sono proposte per cui il movimento facente capo a Beppe Grillo ha presentato un disegno di legge di iniziativa popolare (raccolte 350mila firme) che dopo circa 1 anno i nostri parlamentari non si sono ancora degnati di discuterlo.
Scusa una provocazione Roberta, non avertene a male: ma quando mai il PD ha avuto una posizione comune e chiara su un qualsiasi tema????

Roberta ha detto...

@ Anonimo: grazie per l'informazione, non sapevo del limite di due mandati proposti da Grillo. Io non pretendo che i punti 1 e 3 vengano sposati da tutti i partiti, ma dal mio, il PD, sì.

Sulle idee chiare del PD...hai ragione per un semplice motivo: è l'immagine che passa. Il partito ha una posizione chiara su molti temi, ma la gente non lo percepisce perchè ci sono troppe PRIMEDONNE (anzi, più PRIMIUOMINI) che prima ancora di confrontarsi con gli altri democratici, escono sui giornali, barattando l'unità del partito con un minuto di visibilità.
I troppi personalismi, ecco cosa uccide il PD.

Anonimo ha detto...

Senza dubbio, Roberta, ci sono molti personalismi e primiuomini.
Ma alle scorse elezioni il PD si è presentato con candidature che non potevano avere una posizione comune su molti temi semplicemente perchè la pensano in maniera opposta.
Qualche esempio? Che posizione comune potevano avere sui cosiddetti temi etici la Binetti e la Bonino? o sui temi del lavoro Calearo e Boccuzzi? o sui temi delle missioni militari all'estero il Gen Delvecchio con ad esempio Realacci??
Come ci si può identificare in un partito la cui strategia è stata riassunta nel veltroniano "sì, ma anche..."? Partito vuol dire "di parte".
Ma il PD da che parte sta?

Roberta ha detto...

Io non credo che un Partito possa rifiutare componenti/iscritti. Perciò, se una Binetti voleva stare nel PD, non le si poteva dire di no. Le si poteva dire, chiedere (e pretendere con forza) di imparare a mediare le proprie posizioni personali con quelle del partito. Cosa che pochi fanno, ecco perchè all'esterno si percepiscono le posizioni di molti e non quelle del PD, che in primis dovrebbero essere espresse dalle figure dirigenziali.

Se poi dovesse emergere che le posizioni personali di uno sono incompatibili con quelle del PD...beh, allora quell'uno si faccia delle domande: è al posto giusto?

Anonimo ha detto...

Ok Roberta, un partito non può rifiutare componenti e iscritti.
Ma non è nemmeno tenuto a candidarli quando più volte hanno manifestato pubblicamente posizioni incompatibili da quelle che - "in teoria" - sono le posizioni ufficiali del partito.
La mia sensazione è che si sia tentato di mettere insieme un po' di tutto per attirare i voti dei laici e dei cattolici, degli imprenditori e dei lavoratori, della sinistra e del centro. Con il risultato che molti cittadini (tra cui io) non abbiamo votato il PD perchè non sapevamo per cosa avremmo votato.
Un partito a vocazione maggioritaria dovrebbe avere delle idee chiare su cui far convergere la maggioranza dei cittadini, non tante idee vaghe e spesso incompatibili al fine di "gettare la rete" nel mare e vedere quanti pesci si riescono a pescare.

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