venerdì 23 novembre 2012
Femminicidio: troppo radicato, poco combattuto
Ogni anno in quarta liceo spiegavo il Purgatorio di Dante, e davanti ai versi
"Ricordati di me che son la Pia: Siena mi fè, disfecemi Maremma salsi colui che inanellata pria disposando, m'avea con la sua
gemma"
spiegavo ai miei studenti la storia di Pia de' Tolomei, fatta rinchiudere in una torre e poi fatta uccidere per volontà del marito (secondo il gossip dell'epoca perché aveva commesso adulterio o perché il marito si era invaghito di un'altra).
Ma a me questi versi facevano e fanno venire in mente anche altro.
Fanno venire in mente le donne uccise ogni anno in Italia.
104 ad oggi nel 2012.
E magari due parole sull'argomento, in classe, le spendevo anche. Davanti a me future donne e futuri uomini, quelli che possono invertire la rotta o, al contrario, non curarsi di questa emergenza: come non ricordare loro quello che diciamo ogni 25 novembre, cioè che la violenza sulle donne, nel nostro Paese, è uno scandalo, spaventoso e vergognoso?
Uno scandalo che va sradicato, non solo operativamente, ma anche culturalmente, facendo conoscere la realtà delle cose (ad esempio che la maggior parte avviene tra le mura domestiche).
Forse qualcuno di loro, un domani, si sentirà raccontare da una donna di maltrattamenti subiti.
E forse, giustamente, non la inviterà a riconciliarsi con il suo aguzzino, ma le tenderà la mano, aiutandola a riprendersi la sua vita.
1 commenti:
Giovedì dovrò spiegare proprio il canto di Pia e suggerirò la riflessione
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