Visto che si amo in clima di vacanza, mi permetto di consigliare un libro che ho letteralmente divorato e che ho anche consigliato ai miei studenti.
E' un romanzo politico, che ci interroga sui difficili temi dell'integrazione e dell'intolleranza di alcuni movimenti.
Alessandro Perissinotto, Semina Vento.
domenica 31 luglio 2011
Solo un ricordo
Solo una parola per ricordare il giornalista D'Avanzo: grazie.
Grazie per aver messo il tuo talento e la tua passione al servizio della gente, per averle permesso di "aprire gli occhi" e di formarsi opinioni critiche.
Sono ancora più convinta della necessità, urgente, di giornalisti veri per il nostro Paese. E liberi.
Grazie per aver messo il tuo talento e la tua passione al servizio della gente, per averle permesso di "aprire gli occhi" e di formarsi opinioni critiche.
Sono ancora più convinta della necessità, urgente, di giornalisti veri per il nostro Paese. E liberi.
sabato 30 luglio 2011
La Provincia di Milano alla marcia della pace?
Giovedì 28 luglio si sono chiusi i lavori del Consiglio Provinciale, prossimo appuntamento il 1 settembre.
Che significa solo 24 giorni prima della Marcia della Pace Perugia-Assisi, a cui la Provincia di Milano ha sempre partecipato. Almeno fino al 2010, primo anno della giunta Podestà.
Ora, visto che non si possono trovare scuse, se non di natura prettamente ideologica, ho presentato una mozione in cui chiedevo che la Provincia riprendesse questo impegno, che credo, ora più che mai, abbia anche un forte significato civile.
Dico solo questo, l'ho presentata a gennaio. Non si è ancora discussa. Anzi, non si è ancora VOLUTA discutere.
Che significa solo 24 giorni prima della Marcia della Pace Perugia-Assisi, a cui la Provincia di Milano ha sempre partecipato. Almeno fino al 2010, primo anno della giunta Podestà.
Ora, visto che non si possono trovare scuse, se non di natura prettamente ideologica, ho presentato una mozione in cui chiedevo che la Provincia riprendesse questo impegno, che credo, ora più che mai, abbia anche un forte significato civile.
Dico solo questo, l'ho presentata a gennaio. Non si è ancora discussa. Anzi, non si è ancora VOLUTA discutere.
L'appello di Napolitano per l'emergenza carceri
Anche il capo dello Stato ha lanciato un appello a proposito dell'emergenza carceri.
In Provincia abbiamo provato ad occuparcene, proponendo un ordine del giorno sul problema dell'affollamento: ci abbiamo messo un anno, perchè il documento veniva "sapientemente" rispedito in commissione.
Soprattutto per volontà della Lega, che ci teneva ad inserire l'informazione che molti detenuti erano stranieri e che per risolvere l'emergenza sarebbe "bastato" spedirli a scontare la pena nelle carceri dei loro Paesi.
Solo con lo sciopero della fame del mio collega Enrico Borg, si è riusciti ad approvare a metà luglio un ordine del giorno, anche se avremmo voluto fare di più.
L'appello di Napolitano ci ricorda che gli sforzi fatti fino ad ora non bastano. Almeno se vogliamo essere una un Paese civile.
In Provincia abbiamo provato ad occuparcene, proponendo un ordine del giorno sul problema dell'affollamento: ci abbiamo messo un anno, perchè il documento veniva "sapientemente" rispedito in commissione.
Soprattutto per volontà della Lega, che ci teneva ad inserire l'informazione che molti detenuti erano stranieri e che per risolvere l'emergenza sarebbe "bastato" spedirli a scontare la pena nelle carceri dei loro Paesi.
Solo con lo sciopero della fame del mio collega Enrico Borg, si è riusciti ad approvare a metà luglio un ordine del giorno, anche se avremmo voluto fare di più.
L'appello di Napolitano ci ricorda che gli sforzi fatti fino ad ora non bastano. Almeno se vogliamo essere una un Paese civile.
venerdì 29 luglio 2011
Le offese di Gasparri a Sesto San Giovanni
Ho già parlato della questione Sesto San Giovanni, e di come ho conosciuto e amato il PD di questa città.
Oggi voglio solo condividere la rabbia, quasi la nausea nel sentire l'intervento di Gasparri al Senato che invita a cercare il "regime a Sesto San Giovanni", e che parla per questa città di un sistema di illegalità.
Diciamo basta a questi insulti.
La nostra città non merita queste offese, perchè la sua storia testimonia, dai tempi della Resistenza, tenacia, solidarietà, capacità di modernizzarsi e lealtà.
Le parole di Gasparri (che stridono ancora di più in bocca a un esponente del PdL) hanno passato la misura.
Ora spetta a noi sestesi reagire con fermezza e rivendicare tutto il buono che c'è in questa città, orgogliosi della nostra storia e dei risultati raggiunti.
il cannocchiale
Oggi voglio solo condividere la rabbia, quasi la nausea nel sentire l'intervento di Gasparri al Senato che invita a cercare il "regime a Sesto San Giovanni", e che parla per questa città di un sistema di illegalità.
Diciamo basta a questi insulti.
La nostra città non merita queste offese, perchè la sua storia testimonia, dai tempi della Resistenza, tenacia, solidarietà, capacità di modernizzarsi e lealtà.
Le parole di Gasparri (che stridono ancora di più in bocca a un esponente del PdL) hanno passato la misura.
Ora spetta a noi sestesi reagire con fermezza e rivendicare tutto il buono che c'è in questa città, orgogliosi della nostra storia e dei risultati raggiunti.
il cannocchiale
Etichette:
PD,
Sesto San Giovanni
La Lega pretende ciò che (forse) non è in grado di fare
Ecco quello che penso del "permesso di soggiorno a punti", nuova trovata del governo e dei suoi ministri padani.
Per il permesso di soggiorno, si pretende che gli immigrati sappiano dimostrare una serie di conoscenze.
Innanzitutto del funzionamento del Parlamento: qui chiedo quanti studenti italiani della scuola secondaria superiore lo conoscano
In secondo luogo della lingua italiana, grazie a 510 ore di lezioni offerte dallo stato, spalmate su due anni. Il che significa circa 5-6 ore alla settimana: quanto previsto per gli studenti italiani nella scuola secondaria. Cioè quanto previsto per studenti madrelingua, che studiano le regole della grammatica già da cinque anni. E che poi magari diventano pure i nostri politici. Non importa se loro quelle regole non le hanno mai imparate, per permettere agli altri di fuggire alla miseria pretendono che sappiano il congiuntivo.
Infine - vi sembrerà una barzelletta- pretendono la conoscenza della Costituzione. Sì, avete sentito bene: il nostro governo spesso "anticostituzionale" pretende la conoscenza della Costituzione.
Forse sono rimasti a quel famoso appello: "se la conosci, la eviti".
Per il permesso di soggiorno, si pretende che gli immigrati sappiano dimostrare una serie di conoscenze.
Innanzitutto del funzionamento del Parlamento: qui chiedo quanti studenti italiani della scuola secondaria superiore lo conoscano
In secondo luogo della lingua italiana, grazie a 510 ore di lezioni offerte dallo stato, spalmate su due anni. Il che significa circa 5-6 ore alla settimana: quanto previsto per gli studenti italiani nella scuola secondaria. Cioè quanto previsto per studenti madrelingua, che studiano le regole della grammatica già da cinque anni. E che poi magari diventano pure i nostri politici. Non importa se loro quelle regole non le hanno mai imparate, per permettere agli altri di fuggire alla miseria pretendono che sappiano il congiuntivo.
Infine - vi sembrerà una barzelletta- pretendono la conoscenza della Costituzione. Sì, avete sentito bene: il nostro governo spesso "anticostituzionale" pretende la conoscenza della Costituzione.
Forse sono rimasti a quel famoso appello: "se la conosci, la eviti".
Etichette:
Costituzione,
Lega,
stranieri
giovedì 28 luglio 2011
La politica under 18
14 anni: ecco l'età della più giovane vittima sull'isola di Utoya. E sapete una cosa? Non era lì perchè figlio di qualche laburista presente all'incontro.
Era lì perchè attivista del partito, impegnato nella politica tanto da recarsi al campo di Utoya. E lì morire per mano di un folle.
L'età di questo ragazzo mi ha colpito, come mi ha colpito leggere di tanti diciottenni coinvolti nella strage perchè arrivati a Utoya per il raduno laburista.
Noi quanto dovremo aspettare per vedere ragazzi così giovani interessarsi della cosa pubblica?
Era lì perchè attivista del partito, impegnato nella politica tanto da recarsi al campo di Utoya. E lì morire per mano di un folle.
L'età di questo ragazzo mi ha colpito, come mi ha colpito leggere di tanti diciottenni coinvolti nella strage perchè arrivati a Utoya per il raduno laburista.
Noi quanto dovremo aspettare per vedere ragazzi così giovani interessarsi della cosa pubblica?
Etichette:
giovani
Il "trota" e il suo cursus honorum
Della vicenda dei dossier per facilitare la carriera del "Trota" (io avrei preso le distanze da mio padre il giorno stesso in cui fu formulato quel soprannome) non è il caso di parlare, tra i "forse", i "se" e così via...
Ma oggi riflettevo sulla sua carriera. Di punto in bianco si è trovato a guadagnare una cifra esorbitante, catapultato in un ruolo istituzionale tutt'altro che marginale. Inquieta ancor di più il fatto che non si senta assolutamente in dovere di dimostrare che quel posto se non se lo è proprio meritato almeno se lo sta guadagnando (o almeno io ho questa percezione, voi?)
Poco più di due settimane fa ho "diplomato" una classe di studenti, liceo scientifico.
Ragazzi in gamba, con ottime potenzialità e sogni nel cassetto: diventare ingegneri, medici, fisici,astrofisici, veterinari, e anche insegnanti.
Mi sembrano anni luce lontano dal "trota". Non solo per il "destino economico" che li attende (dubito che tra due anni qualcuno di loro possa sedere al Pirellone come Consigliere).
Ma soprattutto per la voglia di dimostrare quanto valgono.
Ma oggi riflettevo sulla sua carriera. Di punto in bianco si è trovato a guadagnare una cifra esorbitante, catapultato in un ruolo istituzionale tutt'altro che marginale. Inquieta ancor di più il fatto che non si senta assolutamente in dovere di dimostrare che quel posto se non se lo è proprio meritato almeno se lo sta guadagnando (o almeno io ho questa percezione, voi?)
Poco più di due settimane fa ho "diplomato" una classe di studenti, liceo scientifico.
Ragazzi in gamba, con ottime potenzialità e sogni nel cassetto: diventare ingegneri, medici, fisici,astrofisici, veterinari, e anche insegnanti.
Mi sembrano anni luce lontano dal "trota". Non solo per il "destino economico" che li attende (dubito che tra due anni qualcuno di loro possa sedere al Pirellone come Consigliere).
Ma soprattutto per la voglia di dimostrare quanto valgono.
Etichette:
giovani
mercoledì 27 luglio 2011
AAA Insegnanti di sostegno
Cercasi.
Anzi, si necessitano. Ma vengono tagliati. Il prossimo anno scolastico aumenterà il numero degli alunni disabili e diminuirà quello degli insegnanti di sostegno.
Ancora un segnale forte di come questo governo non investa sulla scuola.E a farne le spese, prima di tutto, chi dovrebbe essere maggiormente tutelato e chi dovrebbe vedersi garantite pari opportunità.
Continuo a pensare che un Paese che non investe sulla scuola e sulla formazione sia un Paese destinato a chiudersi sempre più in se stesso, relegandosi ai margini di modernità e sviluppo.
Anzi, si necessitano. Ma vengono tagliati. Il prossimo anno scolastico aumenterà il numero degli alunni disabili e diminuirà quello degli insegnanti di sostegno.
Ancora un segnale forte di come questo governo non investa sulla scuola.E a farne le spese, prima di tutto, chi dovrebbe essere maggiormente tutelato e chi dovrebbe vedersi garantite pari opportunità.
Continuo a pensare che un Paese che non investe sulla scuola e sulla formazione sia un Paese destinato a chiudersi sempre più in se stesso, relegandosi ai margini di modernità e sviluppo.
Etichette:
disabili,
insegnanti,
scuola
Con "abiti appariscenti"
Con "abiti appariscenti" rischi aggressioni, stalking e violenze.
Di fatto è questo il contenuto di un opuscolo patrocinato dal comune di Roma destinato alle donne e contenente consigli su come evitare aggressioni o violenze in genere.
Pare che tra i consigli ci sia pure di "evitare gli abiti appariscenti" se si viaggia in metropolitana la sera.
Posso anche capire l'ingenua buona fede di questi consigli, ma sono pericolosissimi. Lasciano passare l'idea che se una donna si veste in modo appariscente (che poi...cosa vorrà mai dire?) allora in qualche modo la violenza se la va a cercare.
E' una forma mentis che offende le donne.
Ma anche gli uomini. Neanche fossero animali incontinenti davanti a una minigonna.
Di fatto è questo il contenuto di un opuscolo patrocinato dal comune di Roma destinato alle donne e contenente consigli su come evitare aggressioni o violenze in genere.
Pare che tra i consigli ci sia pure di "evitare gli abiti appariscenti" se si viaggia in metropolitana la sera.
Posso anche capire l'ingenua buona fede di questi consigli, ma sono pericolosissimi. Lasciano passare l'idea che se una donna si veste in modo appariscente (che poi...cosa vorrà mai dire?) allora in qualche modo la violenza se la va a cercare.
E' una forma mentis che offende le donne.
Ma anche gli uomini. Neanche fossero animali incontinenti davanti a una minigonna.
martedì 26 luglio 2011
La lettera di Bersani oggi sul Corriere
Riporto un passaggio della meravigliosa lettera di Bersani (che potete leggere per intero qui http://www.corriere.it/politica/11_luglio_26/bersani-lettera-legge-sui-bilanci-partiti_d7fdf76a-b747-11e0-bc88-662787a705c0.shtml ) e che credo dia la risposta migliore, che ognuno di noi iscritti al PD non può che condividere, in particolare noi sestesi.
A prescindere dalle loro conclusioni, non neghiamo dunque il turbamento che ci viene dalle indagini in corso. Sappiamo, anche per il futuro, di non poter essere immuni da sospetti più o meno fondati e da rischi. Sappiamo che anche noi dobbiamo aprire quattro occhi e fare tutto quanto ci è possibile per migliorare procedure di garanzia ed evitare che venga oscurata la nostra missione. I principi ispiratori all’origine del Pd sollecitano comportamenti civici esigenti, sobrietà e rigore nell’azione di governo e sensibilità verso il problema e i rischi della corruzione. La sfida quotidiana della buona amministrazione sta nell’applicare canoni severi anzitutto verso se stessi e i propri amici. Questo è ciò che pensiamo.
Sia altrettanto chiaro tuttavia che tuteleremo con ogni energia e in ogni direzione il buon nome del Partito democratico. Lo dobbiamo innanzitutto ai grandi valori ai quali ci riferiamo, che ci sono stati consegnati dal sacrificio di tanti e che ci impegniamo a non tradire. Lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di donne e uomini che ci sostengono con onestà e convinzione, come si può vedere fisicamente in questi stessi giorni nelle feste che organizziamo ovunque; donne e uomini fortunatamente sensibilissimi ai temi del civismo e dell’etica pubblica. Lo dobbiamo in particolare al nostro Paese che ha bisogno per la sua riscossa di una forza politica responsabile, aperta e pulita. È per questo che niente potrà scoraggiarci e nessuno potrà intimorirci.
Al di fuori di una politica che sappia migliorarsi e farsi rispettare, c’è forse un’altra strada per l’Italia? Vogliamo forse continuare sulla strada di soluzioni eccezionali e sconosciute alle altre democrazie del mondo? Vogliamo affidarci ad ulteriori scorciatoie dopo quello che abbiamo visto in questi anni? Sarebbe disastroso. Tocca a noi evitarlo, certamente. Ma non solo a noi. Non c’è bisogno di negare i problemi della politica, in ciascuno dei suoi lati. C’è solo bisogno di non spargere sale sul buono che già vive o che sta nascendo. C’è bisogno che nessuno si senta esentato dal compito di contribuire, in ogni campo, in ogni situazione, alla riscossa civica del Paese.
A prescindere dalle loro conclusioni, non neghiamo dunque il turbamento che ci viene dalle indagini in corso. Sappiamo, anche per il futuro, di non poter essere immuni da sospetti più o meno fondati e da rischi. Sappiamo che anche noi dobbiamo aprire quattro occhi e fare tutto quanto ci è possibile per migliorare procedure di garanzia ed evitare che venga oscurata la nostra missione. I principi ispiratori all’origine del Pd sollecitano comportamenti civici esigenti, sobrietà e rigore nell’azione di governo e sensibilità verso il problema e i rischi della corruzione. La sfida quotidiana della buona amministrazione sta nell’applicare canoni severi anzitutto verso se stessi e i propri amici. Questo è ciò che pensiamo.
Sia altrettanto chiaro tuttavia che tuteleremo con ogni energia e in ogni direzione il buon nome del Partito democratico. Lo dobbiamo innanzitutto ai grandi valori ai quali ci riferiamo, che ci sono stati consegnati dal sacrificio di tanti e che ci impegniamo a non tradire. Lo dobbiamo alle centinaia di migliaia di donne e uomini che ci sostengono con onestà e convinzione, come si può vedere fisicamente in questi stessi giorni nelle feste che organizziamo ovunque; donne e uomini fortunatamente sensibilissimi ai temi del civismo e dell’etica pubblica. Lo dobbiamo in particolare al nostro Paese che ha bisogno per la sua riscossa di una forza politica responsabile, aperta e pulita. È per questo che niente potrà scoraggiarci e nessuno potrà intimorirci.
Al di fuori di una politica che sappia migliorarsi e farsi rispettare, c’è forse un’altra strada per l’Italia? Vogliamo forse continuare sulla strada di soluzioni eccezionali e sconosciute alle altre democrazie del mondo? Vogliamo affidarci ad ulteriori scorciatoie dopo quello che abbiamo visto in questi anni? Sarebbe disastroso. Tocca a noi evitarlo, certamente. Ma non solo a noi. Non c’è bisogno di negare i problemi della politica, in ciascuno dei suoi lati. C’è solo bisogno di non spargere sale sul buono che già vive o che sta nascendo. C’è bisogno che nessuno si senta esentato dal compito di contribuire, in ogni campo, in ogni situazione, alla riscossa civica del Paese.
Pier Luigi Bersani
La mia Sesto. Il mio PD
Ho pensato a lungo se scrivere qualcosa sulla bufera che sta colpendo la mia città, Sesto San Giovanni, e il mio partito. Avevo deciso di no, perchè le voci che si sono sentite in questa vicenda sono state davvero tante (forse troppe?), e non credo di poter portare nessun valore aggiunto alla questione.
Però.
Però il cuore mi continuava a dire altro, sollecitato dal fatto di non essere in città, perchè "chiamata" al mio dovere di mamma.
Non voglio entrare nel merito di una questione enorme, che tocca solo ed esclusivamente alla magistratura dipanare.
Non voglio schierarmi tra i garantisti o i giustizialisti, perchè ormai va di moda così.
Voglio semplicemente dire che il PD che ho conosciuto in questi anni a Sesto (dal gennaio 2008) è lontano anni luce da come lo si dipinge o da come, da parte di alcuni, lo si vorrebbe presentare. E' un partito di gente appassionata, coesa, alla mano. E' un partito che apre ai giovani e ai giovani dà fiducia. E' un partito di gente che la domenica mattina si alza presto per stare ai gazebo o per aprire i circoli, per incontrare la città.
E' un partito che, come ricorda il nostro attuale Sindaco, ci ha sempre messo la faccia.
E se ripenso alla mia esperienza personale, al fatto che questo partito abbia chiesto a me, appena entrata in politica, donna, giovane (lasciatemelo credere!) di candidarmi alle provinciali 2009 per la nostra città...mi chiedo con che coraggio si possa parlare di vecchi sistemi, di casta.
Ai giovani della mia città dico che se le vogliamo bene, se c'interessa, dobbiamo continuare l'impegno politico, con rigore, moralità e generosità.
L'anti-politica distrugge, ma poi cosa resta oltre alle ceneri?
Però.
Però il cuore mi continuava a dire altro, sollecitato dal fatto di non essere in città, perchè "chiamata" al mio dovere di mamma.
Non voglio entrare nel merito di una questione enorme, che tocca solo ed esclusivamente alla magistratura dipanare.
Non voglio schierarmi tra i garantisti o i giustizialisti, perchè ormai va di moda così.
Voglio semplicemente dire che il PD che ho conosciuto in questi anni a Sesto (dal gennaio 2008) è lontano anni luce da come lo si dipinge o da come, da parte di alcuni, lo si vorrebbe presentare. E' un partito di gente appassionata, coesa, alla mano. E' un partito che apre ai giovani e ai giovani dà fiducia. E' un partito di gente che la domenica mattina si alza presto per stare ai gazebo o per aprire i circoli, per incontrare la città.
E' un partito che, come ricorda il nostro attuale Sindaco, ci ha sempre messo la faccia.
E se ripenso alla mia esperienza personale, al fatto che questo partito abbia chiesto a me, appena entrata in politica, donna, giovane (lasciatemelo credere!) di candidarmi alle provinciali 2009 per la nostra città...mi chiedo con che coraggio si possa parlare di vecchi sistemi, di casta.
Ai giovani della mia città dico che se le vogliamo bene, se c'interessa, dobbiamo continuare l'impegno politico, con rigore, moralità e generosità.
L'anti-politica distrugge, ma poi cosa resta oltre alle ceneri?
Etichette:
giovani,
PD,
Sesto San Giovanni
Sulla strage di Utoya e le derive di estrema destra
E' troppo vera per non essere letta.
Mi limito a copiarvi l'Amaca di Serra, pubblicata oggi su Repubblica...credo colga nel segno, senza bisogno davvero di aggiungervi altro.
Mi limito a copiarvi l'Amaca di Serra, pubblicata oggi su Repubblica...credo colga nel segno, senza bisogno davvero di aggiungervi altro.
Il brigatista rosso che spara alla nuca è un folle o un criminale politico? L’attentatore fascista che mette una bomba su un treno è un folle o un criminale politico? I jihadisti che hanno abbattuto le Due Torri sono folli o criminali politici? Nessuno ha mai avuto dubbi in proposito: si tratta di crimini politici, con movente politico e scopo politico. E dunque non si capisce proprio, leggendo molti dei commenti alla strage norvegese, perché mai la mattanza di quasi cento ragazzi di sinistra per mano di uno schifoso fanatico di destra non debba essere inquadrato nella sua piena, ovvia natura di delitto politico, maturato nella cultura razzista del suprematismo bianco, delle “radici cristiane” brandite come arma letale, dell’odio furente contro l’Europa della tolleranza, dell’integrazione, della democrazia.
Se non capiamo questo, e trattiamo l’orrido Breivik come un paranoico “a caso”, un incidente psichiatrico dalle conseguenze inaudite, allora non capiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica, umana tra la destra estrema e la società aperta, che cerca un faticoso ordine amministrando il disordine vitale dell’immigrazione e della globalizzazione. Hitler era un pazzo? Certo, era anche un pazzo. Ma la pazzia che arriva al governo, e scatena la guerra globale e organizza lo sterminio, è politica allo stato puro. E si combatte con la politica.
Se non capiamo questo, e trattiamo l’orrido Breivik come un paranoico “a caso”, un incidente psichiatrico dalle conseguenze inaudite, allora non capiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica, umana tra la destra estrema e la società aperta, che cerca un faticoso ordine amministrando il disordine vitale dell’immigrazione e della globalizzazione. Hitler era un pazzo? Certo, era anche un pazzo. Ma la pazzia che arriva al governo, e scatena la guerra globale e organizza lo sterminio, è politica allo stato puro. E si combatte con la politica.
da La Repubblica del 26/07/2011.