venerdì 22 febbraio 2013

La scuola senza Dote




Sono arrabbiata, e lo dico in tutta sincerità.
Sono arrabbiata perché tutti i venerdì mattina visito una scuola pubblica della mia città e puntualmente tutti i venerdì mattina mi sento spiegare con passione quanto sono vive le nostre scuole e nello stesso tempo mi sento chiedere di intervenire per rendere più moderne le strutture, rinnovare gli arredi, dipingere, cablare. Insomma, di rendere più belle le nostre scuole.
E puntualmente ogni venerdì, al pomeriggio, telefono al mio collega ai Lavori Pubblici per segnalare questo o quell'intervento.

E condividiamo insieme la stessa frustrazione e la stessa impotenza a fronte di milioni di euro che ti servirebbero e che, non solo non ci sono, ma che vengono addirittura tolti di anno in anno ai bilanci dei Comuni. E sei costretto a scegliere fra l'educatore di sostegno ai bimbi disabili o le seggioline nuove nella mensa.

E allora scatta la rabbia.
Perché non ti spieghi (o meglio, preferisci non spiegartelo) la ratio che sta dietro la Dote Scuola, che per gli studenti delle scuole pubbliche è legata alla condizione economica (ISEE non superiore ai 15mila euro), mentre per quelli delle paritarie è "sostegno alla libera scelta" e quindi viene erogata a tutti gli ISEE sotto i 46mila euro.
Che, giusto per tradurrò per i Comuni mortali, significa (parlo solo di reddito, che costituisce buona parte dell'ISEE) un lordo annuo famigliare sopra i 120mila euro. Scusate se è poco.

E scatta la rabbia.
Perché pensi che quei soldi potrebbero
1)essere distribuiti almeno secondo un criterio di maggiore equità
2)essere soprattutto dirottati sulle scuole pubbliche per rimetterle in piedi.

Io ho insegnato in una scuola paritaria. Una meraviglia: aule computer nuovissime, bagni sempre in ordine, imbiancatura perfetta.
E questo però dovrebbe essere il minimo garantito a tutti

Invece non lo è.
Continua ad essere alimentata la duplice realtà di scuole di serie A e di serie B.
Continueremo ad avere un'Italia di serie A e una di serie B.

E finiremo per essere, in Europa, un Paese SOLO di serie B.

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