mercoledì 27 febbraio 2013

"La favola bella che ieri m'illuse" (6)




Punto sei. Ovvero, "la meglio gioventù"
Smettiamola di sputare addosso a chi non ci ha votato. Non sono gli elettori che ci devono capire, ma noi che dobbiamo capire gli elettori.

E, che ci piaccia o no, Il M5S ha capito tanti, tantissimi giovani.
Grillo non mi piace, ma i giovani sì.
Hanno voglia di fare, sono teneri nella loro ingenuità e inesperienza (vogliamo parlare delle loro imbarazzanti interviste?), si sono buttati nella politica, o meglio nella forma più simile alla politica.

E noi del PD, finora, non siamo stati capaci di intercettare quei giovani, di ascoltare il loro mal di pancia, di infiammarli di ideali.

Io voglio ripartire da qui.
Non so ancora con quali canali. Non so ancora bene come. Ma la strada è questa.

Perché il PD deve ripartire da qui.
Dalla meglio gioventù.
Che non ci chiede altro che di mettere le ali ai suoi sogni.

"La favola bella che ieri m'illuse" (3-5)




Proseguo, per elaborare la rabbia.

Punto terzo
Non facciamo cazzate. Non so se si può dire una parolaccia in un blog, nè mi voglio adeguare alla volgarità imperante in politica. Però non troverei altro modo di definirlo.
Ovvero, visto che Bersani dice che abbiamo la responsabilità di provare a governare (e io che pensavo di aver visto tutto dopo Prodi in ostaggio di Rossi e Turigliatto), voglio sperare che a nessuno venga in mente di formare un Consiglio dei Ministri contente nomi quali D'Alema.
L'ho detto.

Punto quarto
Attenzione alle relazioni pericolose. Cioè, il rapporto con Grillo e M5S.
Non credo che, con le premesse dei sonori "vaff", si possa pensare a un'alleanza.
Piuttosto, cerchiamo un accordo per tre (tre di numero, davvero) azioni urgenti: legge elettorale, conflitto di interessi, riduzione costi della politica.
Che sono nel loro programma. Ma soprattutto che sono le priorità che ci chiede anche il nostro elettorato.
Ma per ricordarcele abbiamo avuto bisogno di Grillo.

Punto quinto
Berlusconi.
Un amico mi ha detto: "Berlusconi non muore mai. Ogni tanto a qualcuno piace dimenticarselo". Ci rimanga come memento.

"La favola bella che ieri m'illuse" (1-2)




Bisognava che scrivessi di questi due giorni, dei risultati, della speranza delusa, della rabbia e dell'amaro.
Me lo chiedono amici, vogliono un parere dagli "addetti ai lavori".
E io credo nel valore terapeutico della scrittura.

Punto primo
È stata una sonora sberla. Doppia. E la seconda, quella delle regionali, è stata ancora più forte.
E chi ha il coraggio (e la faccia tosta) di esultare per questo risultato non è intellettualmente onesto. Perché, diciamocelo, nessuno immaginava questo risultato, che io nemmeno oso chiamare "vittoria mutilata".
Quindi faccio appello al mio partito e ai suoi dirigenti, locali e non, di avere il buongusto di non arrampicarsi sui vetri, di ammettere con umiltà che è stata una sberla, che è giunta inaspettata e ci ha fatto male. Molto.

Punto secondo
Piantatela di scrivermi che, se avessimo candidato Renzi, avreste votato PD e avremmo vinto. Mi sono promessa di non recriminare, di non cedere alla sirena del periodo ipotetico del terzo tipo. Ma se continuate così, non so quanto riuscirò a mantenere il mio proposito e sbotterò in un "se avessimo candidato Renzi..."

domenica 24 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 8/2013




L'avevo annunciato: è stata una settimana campale.
Lunedì conferenza stampa per l'avvio dell'Alzheimer Café presso la casa di riposo Pelucca: un modo per aiutare i famigliari, spesso impotenti di fronte alla malattia più "irrazionale". In serata incontro per la campagna elettorale, parlando di Conciliazione e Lavoro al femminile, con Valmaggi, Marzano e Pollastrini.
Martedì Giunta, ma soprattutto firma del Protocollo d'Intesa per il Fondo di Solidarietà per il Lavoro e conseguente conferenza stampa. In serata Commissione Consultiva della Refezione scolastica, dove ho incontrato tanti genitori attenti a quello che mangiano i loro figli e desiderosi di collaborare con l'Amministrazione.
Mercoledì abbiamo lavorato alla preparazione del consueto grande evento di giugno dedicato all'infanzia: Un, due, tre...stella! e giovedì mi sono invece concentrata sulla lettura di nuovi Bandi, in particolare nel Sociale.
Venerdì, come al solito, giro nelle scuole: questa volta alla materna Fante d'Italia, con tantissimi laboratori (dal forno per cuocere la creta si travestimenti).

E poi...week end elettorale. Domenica voto sotto una splendida nevicata e giro ai seggi.

Chiudo la settimana piena di impazienza. Non vedo l'ora arrivi domani per sapere, per sperare, per gioire. Perché qui c'è davvero bisogno di ri-fare l'Italia!

venerdì 22 febbraio 2013

La scuola senza Dote




Sono arrabbiata, e lo dico in tutta sincerità.
Sono arrabbiata perché tutti i venerdì mattina visito una scuola pubblica della mia città e puntualmente tutti i venerdì mattina mi sento spiegare con passione quanto sono vive le nostre scuole e nello stesso tempo mi sento chiedere di intervenire per rendere più moderne le strutture, rinnovare gli arredi, dipingere, cablare. Insomma, di rendere più belle le nostre scuole.
E puntualmente ogni venerdì, al pomeriggio, telefono al mio collega ai Lavori Pubblici per segnalare questo o quell'intervento.

E condividiamo insieme la stessa frustrazione e la stessa impotenza a fronte di milioni di euro che ti servirebbero e che, non solo non ci sono, ma che vengono addirittura tolti di anno in anno ai bilanci dei Comuni. E sei costretto a scegliere fra l'educatore di sostegno ai bimbi disabili o le seggioline nuove nella mensa.

E allora scatta la rabbia.
Perché non ti spieghi (o meglio, preferisci non spiegartelo) la ratio che sta dietro la Dote Scuola, che per gli studenti delle scuole pubbliche è legata alla condizione economica (ISEE non superiore ai 15mila euro), mentre per quelli delle paritarie è "sostegno alla libera scelta" e quindi viene erogata a tutti gli ISEE sotto i 46mila euro.
Che, giusto per tradurrò per i Comuni mortali, significa (parlo solo di reddito, che costituisce buona parte dell'ISEE) un lordo annuo famigliare sopra i 120mila euro. Scusate se è poco.

E scatta la rabbia.
Perché pensi che quei soldi potrebbero
1)essere distribuiti almeno secondo un criterio di maggiore equità
2)essere soprattutto dirottati sulle scuole pubbliche per rimetterle in piedi.

Io ho insegnato in una scuola paritaria. Una meraviglia: aule computer nuovissime, bagni sempre in ordine, imbiancatura perfetta.
E questo però dovrebbe essere il minimo garantito a tutti

Invece non lo è.
Continua ad essere alimentata la duplice realtà di scuole di serie A e di serie B.
Continueremo ad avere un'Italia di serie A e una di serie B.

E finiremo per essere, in Europa, un Paese SOLO di serie B.

martedì 19 febbraio 2013

Le intuizioni notturne

Ieri sera ho avuto la fortuna di conoscere e ascoltare, in un dibattito organizzato dal PD, Michela Marzano candidata democratica alla Camera dei Deputati.

Tema: la conciliazione. Michela l'ha detto con forza: la conciliazione non è tema di pertinenza esclusivamente femminile. E siccome nell'immaginario comune (ma anche nella realtà) le cose invece vanno così, è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale.
Conciliare tempi di vita e lavoro deve diventare una sfida anche per gli uomini. Il fatto è che l'opinione comune non se lo pone proprio come problema maschile.

Poi succede che torni a casa alla 1.30, dopo una giornata vorticosa Comune-DibattitoPD- Consiglio Comunale e mentre ti trascini verso il letto pensi a chi quella sera si è occupato della cena e ha letto la fiaba della buonanotte ai tuoi figli.
E capisci che per alcuni uomini la conciliazione non è un'illustre sconosciuta.




sabato 16 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 7/2013




La quiete prima della tempesta...La settimana, infatti, è stata piuttosto tranquilla, e ho fatto il pieno di forze per la settimana che verrà, che, tra appuntamenti elettorali e impegni istituzionali, sarà tostissima.

Lunedì al mattino appuntamenti, al pomeriggio con gli uffici del settore Educazione ho voluto iniziare a parlare di bilancio di previsione, anche solo come chiacchierata esplorativa. Martedì Giunta, mentre mercoledì ho avuto un interessantissimo incontro alla Nostra Famiglia di Sesto, per parlare delle prospettive future e di integrazione socio- sanitaria. Giovedì si è iniziato a parlare di bilancio di previsione anche nel settore Sociale e per pranzo sono stata a mangiare con i bimbi di una delle scuole di Sesto: non solo l'occasione di stare con gli studenti, ma anche un modo per vigilare sulla qualità della mensa scolastica.
Venerdì le ultime verifiche perché tra una settimana partono le iscrizioni per i nidi comunali, e in serata un bell'incontro di campagna elettorale con Pippo Civati, Sara Valmaggi e Monica Chittó.


Oggi pomeriggio sfilata del carnevale cittadino, organizzata dagli oratori: grande momento di festa per il quale bisogna davvero dire un grandissimo grazie a organizzatori e volontari.
Quest'anno non ho potuto esserci, ma mi ritengo già prenotata per i prossimi quattro anni!

mercoledì 13 febbraio 2013

Una mammAssessore non è sempre benvenuta




(Nella foto io, il giorno dell'inserimento della giunta, a 38 settimane di gravidanza)


Oggi leggo quella notizia amara dell'Assessore di Mira, lasciata a casa per la sua scarsa presenza a causa della gravidanza.
Ripenso alla mia storia e alla scelta opposta che il mio Sindaco Monica Chittó ha fatto lo scorso giugno, anche affrontando scetticismi e perplessità per la mia possibile (ma soprattutto fisiologica) inefficienza.
Io non mi sono mai tirata indietro, nè credo volesse farlo l'Assessore veneta, vittima invece di un pregiudizio tristissimo sul l'impossibilità di conciliare lavoro e gravidanza e, soprattutto, politica e gravidanza.

È lo stesso pregiudizio che fa precipitare l'Italia nelle classifiche dell'occupazione femminile o della presenza delle donne in politica e nei luoghi di potere.
È un pregiudizio triste e, lasciatemelo dire, stupido, che con la mia testimonianza spero di contribuire ad abbattere un pochino.

Qui il comunicato stampa del nostro Sindaco, che coraggiosamente ha scelto di credere nelle donne e nella conciliazione.

domenica 10 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 6/2013




Questa settimana si è aperta con una piccola novità per la città: da lunedì è on line il menu del giorno delle scuole, per aiutare i genitori nella preparazione della cena.
Dopo la Giunta martedì, mercoledì ho avuto modo di visitare ancora una volta le aree dismesse, per calpestare con i miei piedi i luoghi su cui si stanno progettando i servizi (e anche le scuole) della città futura. Giovedì ho continuato a lavorare, con l'Assessore Montrasio, al Fondo di Solidarietà per il lavoro, e in serata ho incontrato un motivatissimo gruppo di mamme del comitato genitori dell' I.C Dante Alighieri.
Venerdì giro nelle scuole, questa volta alla materna Vittorino da Feltre. Ogni settimana vedo strutture scolastiche con grandi potenziali, che, se solo ci fossero le risorse, andrebbero sfruttati e rimodernizzati al massimo (giardini giganteschi, ambienti ampi...).

E poi, finalmente, week end dedicato alla famiglia. Che amplifica la stanchezza fisica, ma dà respiro alla settimana che viene. E grazie alla quale la colonna sonora della settimana sarà "un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela..."

giovedì 7 febbraio 2013

Ci sono giornate




Ci sono giornate, come quella di oggi, in cui la stanchezza è tanta.
Parlo di stanchezza fisica, perché non c'è giorno in cui il mio lavoro non mi appassioni, pur tra le mille difficoltà.
Sono giornate in cui fai mille cose, e devi mantenere la lucidità per 10 ore, per essere in grado di passare da temi, problemi e urgenze diversissimi. Sono giorni in cui pensi di avere le soluzioni, fai i conti con i bilanci dei Comuni e capisci che le soluzioni che hai non sono praticabili. E ti rimetti in discussione.
Sono giornate in cui tiri un attimo il fiato giusto nelle quattro chiacchiere della pausa pranzo, occasione per conoscere un po' di più, giorno per giorno, i "nuovi compagni di viaggio".
Sono giornate in cui sei in ufficio, vedi la sera scendere sulla città, illuminarsi le case,
e tu hai ancora un appuntamento o devi chiudere una riunione.
E continui a guardare l'orologio, perché a quell'ora, anche tu, hai solo voglia di correre a casa e tuffarti in una nuvola di capelli biondi e in un concerto di "ta-ta-ta-ta".

E alla fine, quando hai finito quello che avevi da fare, e torni finalmente al tuo nido, non c'è pienezza più grande.

mercoledì 6 febbraio 2013

Autoreferenzialità democratica




Mi tocca ripetermi: mi dispiace far torto ai mitici «Indivanados», ma è venuto il momento di lasciare il divano, uscire di casa, iniziare dal proprio pianerottolo e avviare una campagna elettorale porta-a-porta.
Vale per tutti, ma soprattutto per gli iscritti al Pd, a cui consiglio vivamente di non incontrarsi tra loro (che è sempre piacevole, ma c’è tutto l’anno per farlo) e di preoccuparsi di convincere chi convinto non lo è ancora.
Troppe serate, in tutta Italia, sono dedicate al confronto tra noi. Alla disamina più attenta, al contraddittorio più raffinato, alla critica più solerte. Ecco, per venti giorni, lasciamo stare. Preoccupiamoci di scorrere la rubrica del telefonino – il personalissimo database di cui ciascuno di noi è dotato – e l’indirizzario email, contattando tutte le persone che conosciamo, per spiegare, chiedere, informare e raccogliere suggerimenti e preoccupazioni.
Non è soltanto la cosa migliore da fare, è l’unica. Al resto, penseremo dal 26 febbraio in poi.


Il post di Civati oggi è attualissimo.
Soprattutto l'appello che lancia ai militanti del mio partito, del PD. Anche in questa campagna elettorale vedo poche iniziative veramente "nuove", capaci di catalizzare attenzioni e persone nuove, che mai hanno messo piede nelle sedi di partito, e che probabilmente mai lo faranno. Tante, troppe iniziative in potenza interessantissime, in atto, invece, autoreferenziali.
Questo dell'incontrarci "tra noi", a mio parere, rimane un vizio ereditario e per liberarcene la strada è ancora piuttosto lunga.

Ammetterlo, però, è il primo passo.

domenica 3 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 5/2013




È un post da venerdì sera, ma venerdì sera non avevo voglia di scrivere.
Non avevo voglia e non avevo forza: la settimana è stata un progressivo accumularsi di impegni, tensioni e fatiche.
Capita, e non me ne faccio un cruccio.

Dopo un week end dedicato alla famiglia, agli amici e al mio benessere (la meraviglia di un'ora di piscina la domenica mattina...) mi sembra giusto un rapido aggiornamento della settimana passata.

Lunedì giornata di "ricevimento" di associazioni legate al sociale e cittadini, martedì Giunta; mercoledì ho lavorato a un paio di progetti al settore educazione ed incontrato un gruppo di genitori. Giovedì ho incontrato i nidi privati accreditati per un confronto sui servizi all'infanzia e venerdì c'è stata la Conferenza di servizio con i dirigenti scolastici, dove abbiamo parlato del rapporto tra scuola e servizi sociali.

Una nota di colore. Venerdì pomeriggio, immersa tra spese e pulizie, arriva una chiamata alle 15.30 per presentarsi in Giunta alle 16 ( per deliberare gli spazi elettorali).
Una vera e propria chiamata d'urgenza che per un attimo mi ha fatto sentire un protagonista di Grey's Anatomy.

Sì, vabbe', ho detto per un attimo.