domenica 28 ottobre 2012

Il Manifesto delle 18 ore

Anche se c'è stata una retromarcia, condivido questo "Manifesto delle 18" ore che circola in rete da qualche giorno. Lo condivido per i miei colleghi insegnanti e precari, ma lo condivido soprattutto per ribadire la dignità, prima di tutto intellettuale, del loro lavoro.
Alla luce della proposta del Ministro Profumo ho deciso che il lavoro sommerso dei docenti debba venire a galla e quindi:
- voglio timbrare il cartellino come un qualunque altro dipendente pubblico e le ore aggiuntive pagate come straordinario;
- voglio uno spazio fruibile a scuola per correggere compiti, programmare, preparare le lezioni, fare ricerche e aggiornarmi;
- voglio un computer fornito
dalla scuola, con relativa stampante dotata di carta e inchiostro (che attualmente acquistiamo e paghiamo noi docenti)
- voglio disdire l'abbonamento flat a internet e a riviste specializzate, smettere di comprare libri per aggiornarmi, e non avere la casa invasa da materiale relativo al lavoro scolastico!
- voglio avere la libertà di pensare ad altro quando esco da scuola, non dover utilizzare il mio tempo libero, non riconosciuto come lavoro, per preparare le lezioni, correggere i compiti, contattare enti, esperti, aziende per organizzare attività e progetti!
...e visto che per fare tutto questo dovrò trattenermi a scuola alcuni pomeriggi, voglio, come tutti gli altri dipendenti, i buoni pasto.






1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottime idee... allora cominciate, timbrando e restando effettivamente in ufficio 36 ore settimanali e facendo solo 30 giorni di ferie all'anno...

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