Sabato, al ritorno dall'inaugurazione del Comitato elettorale di Monica Chittò, mi sono semi-imbattuta, con marito e prole, nella fiaccolata di protesta della Lega, organizzata a Sesto contro la proposta di istituire un luogo di culto musulmano (sempre più necessario, visto i numeri crescenti di praticanti, che ogni venerdì non riescono più a essere contenuti nel loro centro culturale).
La fiaccolata era guidata da quel Borghezio che mesi fa aveva elogiato Milosevic e che sabato, per le nostre vie, urlava slogan da osteria nei toni e nei contenuti.
Un'immagine mi torna in mente. Incrocio una ragazza con il velo, che va, ignara, nella direzione della fiaccolata-corteo. Le vorrei dire qualcosa, ma sta parlando al cellulare.
Mi volto, per vedere se prosegue verso un incontro poco piacevole: la vedo tornare indietro, passo frettoloso e testa bassa.
Ecco, per chi le ha fatto cambiare strada e abbassare la testa, come se fosse colpevole di chissà cosa, io provo una grande, profondissima vergogna.
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