domenica 6 ottobre 2013

In un armadio




Oggi ho fatto il cambio dell'armadio.
E mentre riponevo le stoffe estive, accarezzavo la lana e tiravo fuori sciarpe e guanti ecco che mi sono immersa nei colori, nei profumi e nelle emozioni.
Una maglia o un vestito possono far venire in mente alcuni dei momenti più belli o più dolorosi.
Ed ecco che un pomeriggio di "lavoro domestico" si è trasformato in un viaggio appassionante tra i ricordi.

C'è il rosa acceso che mi riporta alla giacca a vento di una ragazzina di vent'anni fa e al suo primo bacio.
Ci sono la camicia e le ballerine rosse consumate in una campagna elettorale.
C'è l'avorio di quell'Abito.
C'è la t-shirt gialla rigata di lacrime di gioia alla scoperta di aspettare la mia prima bimba.
C'è il blu sbiadito del maglione con cui si andava agli esami universitari, sperando in non so quali poteri apotropaici.
C'è l'azzurro cielo pieno di speranza di quella sera a guardare "l'ultimo bacio".
C'è l'arancione del maglione che mi scaldava quel capodanno a Marrakech.
C'è il nero conturbante di una scarpa col tacco per quella cena piena di romanticismo struggente.
E poi ci sono i jeans, così comodi per sedersi in cattedra a parlare di letteratura e di sogni, il cappotto regalato dalla nonna per i 18 anni, i pantaloni bianchi comprati dopo aver fatto pace con la propria autostima.

In un armadio e in quello che esso ha contenuto ci possono stare i ricordi più forti di una vita, soprattutto per chi ricorda "attraverso le immagini". Il che è un po' una maledizione e un po' un'immensa fortuna, perché quei colori, quei profumi e quelle immagini rimarranno scolpite per sempre. Nella testa e nel cuore.

sabato 28 settembre 2013

Elio dixit




Elio, un amico, mi ha postato su FB il pensiero che attraversa l'elettore italiano di centro sinistra davanti ai militanti del PD:

A proposito. Avete finito di litigare sul congresso? Sulla data del congresso? Sulle regole delle primarie? Sul candidato premier? Sveglia sveglia sveglia cazz...il nano non è morto!

Come dargli torto?

"Safari fotografico" in città




La mia città oggi mi ha riservato un sabato pomeriggio inaspettato.
L'occasione: le Giornate Europee per il Patrimonio 2013. Cosa? Un "safari fotografico" in alcuni dei siti della candidatura di Sesto all'UNESCO: il parco archeologico ex-Breda, le aree Falck, l'area Campari.

Eravamo in 100 cicloturisti, tra cui tantissimi bambini, ad ascoltare i racconti di chi in quelle fabbriche ha passato una vita intera.
Con gli occhi sgranati verso i giganti che hanno fatto la storia della nostra città e che vorremmo consegnare alla Storia con il riconoscimento dell'UNESCO.

sabato 14 settembre 2013

Perché non posso?





Ieri mi è stato segnalato questo interessante articolo di Luca Sofri sul (triste) episodio di Burlando, il presidente della Liguria.

Pensa e ripensa - perché sono una che 'rumina' - l'ho trovato, da amministratrice, anche piuttosto indigesto. Ma vero, anzi verissimo. È un po' come quando da bambini si ricevono pesantissime sgridate, ma assolutamente motivate, a fronte delle quali uno non può che dire "hai ragione".

La questione non mi è nuova. Da chi mi è vicino sono arrivati, in passato, bonari "rimproveri" sul fatto che si debba tenere presente il ruolo pubblico in ogni momento della mia vita, sia che stia scrivendo su un social network sia che sia tentata di insultare l'automobilista che, passando con il rosso, rischia di investire me e i miei figli.

Non è facile, soprattutto per i caratteri come il mio. A volte è percepito come un piccolo sacrificio della propria libertà, a volte si deve lottare con la spontaneità (o la chiamiamo impulsività?).

Un paio di mesi fa, sbuffando a fronte di uno di quei bonari rimproveri, chiedevo "perché non posso scrivere tranquillamente su Facebook un mio stato d'animo?".
Ecco, oggi, in quest'articolo di Sofri la risposta, faticosamente vera: "perché non sei come tutti gli altri, e hai un pezzo di responsabilità di ribaltare in meglio questo Paese, non di timbrare un cartellino e segnarti le ferie".

domenica 25 agosto 2013

Zaino in spalla




Lo so che siamo al 25 agosto, che manca quasi un mese alla fine dell'estate. Ma per me le vacanze sono concluse, domani si torna al lavoro definitivamente, senza più stacchi e interruzioni.
Questa sera mi ricorda tanto le sere che anticipavano i miei primi giorni di scuola da insegnante: la voglia di riprendere, le cose da fare già chiare nella testa.
In una parola, la progettualità che (a me) fa stare tanto bene.

Si chiude con oggi la mia estate.
Un'estate strana, se devo provare a descriverla.
Un'estate in cui ho scoperto alcuni aspetti di me che mi piacciono molto, e altri un po' meno. Ed ecco che, alla "veneranda età di 33 anni", ti scopri un pochino diversa da quello che credevi.
Un'estate fatta di emozioni forti, che mi ha obbligato a fare i conti con le mie fatiche, ad esempio di mamma, ad ammetterle e a provare a superarle.
Un'estate di sole, tra bagni in mare spensierati e passeggiate riflessive tra i boschi in montagna.
Un'estate di scelte, di entusiasmo, di "sana nostalgia".
La MIA estate, insomma.

Ecco, domani si ricomincia il turbinio di telefonate, mail, urgenze, appuntamenti.
Ma si ricomincia con entusiasmo, che non significa pensare ingenuamente o presuntuosamente che non ci sarà la fatica, a volte anche durissima.
Significa semplicemente che si ricomincia con quel "bagaglio" che ci ha un po' cambiati, e che ora fa parte di noi.

venerdì 2 agosto 2013

Storia e storie




Mattina di pieno sole, in stazione ad aspettare un treno con destinazione fine settimana lungo in montagna, dalla mia famiglia.
È il 2 agosto e la testa non può non registrare la data, pensare, ricordare, fare silenzio di fronte alla Storia e ai mostri che la popolano.

La stazione però oggi è quella di Monza, e questo mi riporta a quadri della mia storia: quanti mezzogiorni in attesa del treno per Sesto, dopo tante ore tra versioni di Cicerone, versi di Eschilo e sonetti di Petrarca. Con la testa sugli impegni del pomeriggio, i compiti da fare, gli allenamenti.

Ho iniziato il liceo con l'a.s '93/'94. Mi ricordo che cos'è stato quell'anno, per la politica italiana, più che altro attraverso il ricordo dei commenti del mio prof. del ginnasio (il liceo aveva la fama di essere il "liceo rosso" per antonomasia) e attraverso i commenti delle mie compagne dalla Brianza imprenditoriale.
C'è chi pensa che ieri si sia chiusa una storia iniziata quell'anno, chi no, chi è indignato, chi esulta.

Io prendo atto del terremoto politico, mi indigno (sì, mi indigno) per quel messaggio pericoloso che ieri è stato trasmesso su quasi tutte le reti e in quasi tutti i servizi, ma la mia testa rimane su altro.
Rimane sul mio partito, su quello che vuole essere e sulla capacità che vuole avere di non tradire i suoi elettori. Di intercettarne altri, di ridare speranza e di formulare risposte concrete.
Rimane sul mio Paese e sulla mia città, sui bisogni dei cittadini, sugli strumenti che (non) abbiamo per rispondere a tutti.

Se mi dovessero chiedere quale sia stata la notizia che più mi ha colpito delle ultime settimane, a me verrebbe in mente di pancia, subito, un nome: Laura Prati.
Ed è per storie come la sua, non per la sentenza di ieri, che adesso scrivo con un po' di speranza, in treno, guardando le Grigne che svettano in un cielo che mai mi è sembrato così azzurro.

domenica 16 giugno 2013

Il mio "giallo dei limoni"




Per gli studenti di quinta è "il giallo dei limoni" di Montale.
Sono quegli squarci che ti si aprono, ti mostrano un'altra realtà, un'altra vita. Intuizioni, che poi si richiudono.

A volte capita, senza tirare in ballo Montale. Una sera, in settimana, dopo un dibattito intenso, bello ma faticoso, con i cittadini. Si decide di andare a prendere una birra (per capirci, con la birra io ho familiarizzato solo recentemente), destinazione Carroponte, dopo la mezzanotte.

Un concerto appena finito, capannelli di giovani che indugiano nella notte.
E nel profumo dell'aria estiva ti trovi a pensare.
Ti si palesa, per un attimo, un'altra vita. E per un attimo ti trovi a chiederti come saresti stata, senza le responsabilità di oggi, senza la fatica. Magari alla vigilia di un viaggio in Argentina o in Namibia, magari con una seconda laurea, magari con un "bucolocale" a Roma.

Forse un'altra me sta vivendo quella vita.
Forse però si sta perdendo le mie gioie, le mie soddisfazioni, i miei piccoli successi. Ma non mi è dato di saperlo.

Alla una il Carroponte è ancora pieno di gente. Io torno a casa.
Affascinata, però, per aver intravisto, per un attimo, il giallo dei limoni.

Le cose fatte, in un anno (5-10)






Prima che si pensi che le "cose fatte, in un anno" siano state solo quattro, continuo a raccontare un po' il lavoro intrapreso. Mi sono fermata una settimana perché i giorni appena passati sono stati molto faticosi,in termini di tempo e di energia, ma ora riprendo. Guardando avanti, sempre.
5) abbiamo aumentato in media di 1h il sostegno educativo ai bambini disabili, trovando le risorse in sede di assestamento di bilancio. Quella quota "incrementata" di ore sarà mantenuta e leggermente aumentata a settembre.
6) si è rinforzata la collaborazione tra Scuola e Sevizi Sociali, intensificando la comunicazione rispetto alle segnalazioni delle fragilità e della loro presa in carico
7) abbiamo vinto un bando del Ministero delle Politiche per la Famiglia per l'invecchiamento attivo, con un finanziamento pari a 99mila €: il progetto finanziato permetterà di realizzare con gli anziani laboratori teatrali, orti e giardini insieme ai bimbi, e interventi nelle scuole per favorire l'incontro tra generazioni
9) insieme all'Assessorato al Commercio, abbiamo realizzato il progetto Pappamica per costruire sempre di più una città a misura di famiglia, anche rendendo accoglienti per i bimbi gli esercizi della ristorazione.
10) abbiamo "osato". La quarta edizione della festa dell'infanzia un, due, tre...stella! si è ampliata ed è durata una settimana: abbiamo coinvolto non solo i bimbi ma anche le mamme e i papà. Per confrontarci su genitorialità e conciliazione.
[continua: siate pazienti. Magari il resoconto non è appassionante, ma è dovuto.]

domenica 9 giugno 2013

Cosa si impara in un giorno




Le cose che ho imparato oggi, alla quarta edizione dell'evento 1,2,3 stella:

- che l'ansia da condizioni meteorologiche porta a una notte fitta di continui risvegli. Che a sua volta porta occhiaie chilometriche nella giornata successiva.
- che anche la domenica mattina, in casi eccezionali, si può e si deve essere sul luogo di lavoro alle 7.30
- che il settore Educazione e tutti coloro che lavorano a 1,2,3 stella sono una macchina da guerra.
- che scaramanzia e organizzazione di un evento per migliaia di persone non possono convivere.
- che ogni piano A deve sempre avere un piano B
- che i bambini e le famiglie hanno voglia e bisogno di momenti come questi
- che mi ha inorgoglito la partecipazione di entrambi i miei settori insieme: Educazione e Sociale.
- che il tessuto associativo di Sesto è unico e ce lo invidiano tutti
- che ci sono tanti soggetti del privato e privato sociale che sono disposti a mettersi in gioco e contribuire alla realizzazione di una Sesto a misura di bambino
- che è bello far vedere una parte del tuo lavoro agli amici
- che ci si può anche non preoccupare dei calzini sporchi di sabbia e delle mani imbrattate di vernice.
- che alla fine dell'intera giornata si possono vedere centinaia di bambini instancabili accompagnati da genitori agonizzanti, che desiderano doccia e divano.
- che a volte si può fare contemporaneamente la mamma e l'Assessore.
La MammAssessore appunto.

giovedì 6 giugno 2013

Le cose fatte, in un anno (1-4)






Dopo la pancia, la testa.
Cioè, vi ho raccontato le mie emozionie le cose belle del mio primo anno da Assessore.
Ma credo che chi mi legga voglia (e debba volere) non solo le emozioni, ma anche i fatti. E quindi provo a raccontarvi qui, per punti, tutto il lavoro di un anno, dagli interventi più grossi ai dettagli.
Troverete spesso usato il NOI. Non è mania di grandezza, ma profonda riconoscenza per gli uffici che hanno lavorato con me.
1. Avevo detto "obiettivo equità". E in questa direzione mi sono mossa e continuo a tenerlo come bussola per i mesi e gli anni a venire.
Ecco allora la rimodulazione delle fasce ISEE nei servizi educativi, per evitare di assimilare condizioni sociali ed economiche diversissime fra loro.
2.Abbiamo lavorato ai regolamenti dei servizi educativi, introducendo per gli asili nido la graduatoria cittadina unica e a punti: questo ha permesso di dare una prima indicazione alle famiglie già a fine aprile. Ha garantito trasparenza e maggior equità.
3. Abbiamo scelto di introdurre la "mensa a consumo", con cui le famiglie pagheranno solo quello che realmente consumano e non un forfait mensile indipendentemente dalle assenze. E, mantenendo pari le entrate per il Comune, abbiamo rimodulato le tariffe per poter aiutare le famiglie più fragili.
4. Abbiamo istituito il Fondo di Solidarietà per il Lavoro, con cui sostenere quasi un centinaio di persone/famiglie vittime della crisi, disoccupati non curonicizzati. Per loro ci sarà una sorta di "rimborso spese" e l'accompagnamento nella ricerca del lavoro.
[continua...un anno è lungo da raccontare!]