giovedì 20 ottobre 2011

Una risposta alla critica

E ora, dopo che vi siete "smazzati" il mio post precedente, dove vi riportavo quella vibrante lettera di un ex alunno, provo a fare qualche riflessione io.

1.La violenza va condannata, ma questa è un'ovvietà rispetto a cui bisogna iniziare ad andare oltre. Basta con i soliti discorsi su "manifestare in modo pacifico", "allontanare i violenti"...Chi si ferma a questo dice cose sacrosante, ma terribilmente qualunquiste. Andiamo oltre. Cerchiamo di capire come è avvenuta quella parabola di violenza, se tutto è trasparente come vogliono farci credere, o se ci sono responsabilità più grandi.
Cerchiamo di capire il perchè: non sono convinta che "la violenza non manifesti nulla". La violenza manifesta rabbia, e dalle interviste ai violenti, che ho letto in questi giorni sui giornali, ho percepito troppa rabbia.
Il che mi fa pensare che ci sia un crescendo di tensione sociale che non fa presagire nulla di buono e che necessariamente dovrà essere affrontato.

Ripeto: condanniamo la violenza, ma cerchiamo di capire perchè nasce, da cosa e affrontiamola per "depotenziarla".

2. Mi spiace, ma io non sono convinta che l'opposizione debba cooperare. Almeno non a queste condizioni e con questo governo, che ha sempre calpestato tutti i tentativi costruttivi fatti dal PD.
E sinceramente rimango davvero un po' delusa quando scopro che una persona da me stimata è di destra, se essere di destra, oggi in Italia, significa credere in un Premier e in un governo che sta affossando il Paese, per difendere gli interessi di pochi.

3. Molti, come il carissimo giovane che mi scrive, dicono che sono delusi da tutti i colori politici. Io dico, non ci sono soluzioni: se uno vuole cambiare la politica lo deve fare da dentro, non dalla posizione di un Beppe Grillo. Quello demolisce e basta.
Fatevi delle domande se oggi, infatti, Berluscono gli ha augurato lunga vita.

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