sabato 25 maggio 2013

Ognuno per la sua parte




Sesto è in lutto in questi giorni. Piange la Ceda, staffetta partigiana e protagonista della vita politica e amministrativa della città.

Toccante poterle fare il picchetto d'onore in sala consigliare, dopo aver sentito risuonare le note di Bella Ciao, quasi fossero scritte per lei.
Commovente il discorso del presidente nazionale ANPI Smuraglia: «Ce ne andremo uno dopo l'altro. È l'implacabilità del tempo. Rimane però la testimonianza e rimane il legame con le giovani generazioni a cui tenevi tanto"

Diceva qualcuno "Siamo come nani sulle spalle di giganti". Ecco questi sono i nostri giganti. Quelli che ti fanno venire in mente Orazio, che ammette che labuntur anni, ma che con la loro vita e il loro coraggio hanno eretto un monumentum aere perennius.
Sono quelli che ti ricordano la ginestra di Leopardi, e il suo consolare i deserti.
Sono i giganti che ti fanno pronunciare il dantesco libertà va cercando, ch'è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta.

Ieri le parole di Smuraglia sull'implacabilità del tempo mi hanno fatto venire in mente i versi di Leopardi E fieramente mi si stringe il core/ A pensar come tutto al mondo passa/ e quasi orma non lascia.

Ma quel "quasi" ha il volto delle grandi semplici donne e dei grandi semplici uomini, come Ceda, Smuraglia e gli altri che richiamano al senso della storia e alla responsabilità di esserne parte attiva e coraggiosa.
Ognuno per la sua parte.
Per continuare a riempire quel "quasi" di testimonianza, di esempio, di storia.
Di eternità.

sabato 18 maggio 2013

Il tempo sistema le cose




È passato quasi un mese dal mio ultimo post. Non era mai capitato, e sicuramente un po' me ne dispiace. Ma l'amaro in bocca lasciato dalla politica nazionale mi ha tolto ogni voglia di analisi e di condivisione. Cosa analizzare di un governo insieme a Berlusconi? Cosa condividere se non l'imbarazzo, la rabbia, la frustrazione?

Il più carino dei commenti di amici era quello senza insulti; mai il mio partito mi è sembrato così lontano dalla gente comune.

Poi, come sempre, il tempo fa il suo corso e succedono cose che ti ribaltano le prospettive.
Due giorni dopo il "disastro di Prodi e dei 101", incontro un amico di amici, da poco sestese, che mi aveva contattato perché desideroso di darsi da fare nel PD. E pure giovane.
Ho fatto violenza a me stessa per non chiedergli, in quella fase così drammatica, "ma sei proprio sicuro?". In ogni caso avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che non sarebbe più tornato.

E invece no.
Il tempo mi ha insegnato che ci sono ancora persone, giovani, che credono nella politica, si vogliono impegnare in prima persona, e lo vogliono fare nel PD. E a chi, con meno scrupoli di me, gli chiedeva "ma sei proprio sicuro?" quella persona rispondeva "Sì, ho visto che il PD è in difficoltà e mi sono detto che forse hanno bisogno anche del mio aiuto".

Il tempo mi ha insegnato che in fondo si deve ricominciare. A guardare avanti, a sperare, a parlare con i giovani e con la gente, a impegnarsi.
E anche a scrivere.