giovedì 20 ottobre 2011

su Gheddaffi

Bruno scrive oggi su Facebook

"Ho uno strano senso di fastidio per chi gioisce per la morte di Gheddafi, come per quella di Bin Laden. Un conto è la fine di una dittatura, altra la morte."

e io sottoscrivo pienamente.

Una risposta alla critica

E ora, dopo che vi siete "smazzati" il mio post precedente, dove vi riportavo quella vibrante lettera di un ex alunno, provo a fare qualche riflessione io.

1.La violenza va condannata, ma questa è un'ovvietà rispetto a cui bisogna iniziare ad andare oltre. Basta con i soliti discorsi su "manifestare in modo pacifico", "allontanare i violenti"...Chi si ferma a questo dice cose sacrosante, ma terribilmente qualunquiste. Andiamo oltre. Cerchiamo di capire come è avvenuta quella parabola di violenza, se tutto è trasparente come vogliono farci credere, o se ci sono responsabilità più grandi.
Cerchiamo di capire il perchè: non sono convinta che "la violenza non manifesti nulla". La violenza manifesta rabbia, e dalle interviste ai violenti, che ho letto in questi giorni sui giornali, ho percepito troppa rabbia.
Il che mi fa pensare che ci sia un crescendo di tensione sociale che non fa presagire nulla di buono e che necessariamente dovrà essere affrontato.

Ripeto: condanniamo la violenza, ma cerchiamo di capire perchè nasce, da cosa e affrontiamola per "depotenziarla".

2. Mi spiace, ma io non sono convinta che l'opposizione debba cooperare. Almeno non a queste condizioni e con questo governo, che ha sempre calpestato tutti i tentativi costruttivi fatti dal PD.
E sinceramente rimango davvero un po' delusa quando scopro che una persona da me stimata è di destra, se essere di destra, oggi in Italia, significa credere in un Premier e in un governo che sta affossando il Paese, per difendere gli interessi di pochi.

3. Molti, come il carissimo giovane che mi scrive, dicono che sono delusi da tutti i colori politici. Io dico, non ci sono soluzioni: se uno vuole cambiare la politica lo deve fare da dentro, non dalla posizione di un Beppe Grillo. Quello demolisce e basta.
Fatevi delle domande se oggi, infatti, Berluscono gli ha augurato lunga vita.

Una critica

Vi pubblico un messaggio di un mio ex alunno (lo mantengo anonimo,salvo richieste contrarie del diretto interessato) che così mi scrive


[insererendo un link sulla manifestazione di Roma] : questo non è un diritto, è l'abuso di un diritto. non è manifestare. la violenza non manifesta niente. e non è la prima volta. però mi hai fatto notare che lo fanno anche gli estremisti di destra.
sulla tua pagina non vedo neanche una riga su questi fatti. perchè? merita più attenzione la "marcia su sesto"? non direi. l'opinione delle persone non cambia per un'esibizione di "forza" , dovresti saperlo.
al momento non saprei in che colore politico vedermi (mi deludono un po' tutti, destra sinistra, centro, sopra e sotto), però sono rimasto profondamente amareggiato nello scoprire che rimani profondamente amareggiata dallo scoprire che persone che stimi sono di destra. spero sia solo uno dei tanti "mi piace" che si aggiungono su facebook anche con leggerezza.

forse mi aspettavo qualcosa di diverso da te, quando ho saputo che eri entrata in politica. forse mi aspettavo la mia insegnante di lettere e storia, che per quanto "odiata" come insegnante sapeva essere equa. vedo molti attacchi sulla tua pagina, ma sempre verso una sola parte. mi piacerebbe più imparzialità.
mi piacerebbe anche vedere più costruttività per il paese, perché l'opposizione non dovrebbe solo opporre ma magari cooperare (minoranza suona meglio, no?). ma forse è così che si fa politica in italia, con parole, promesse elettorali e vagheggi (da ambo le parti, lo fanno in tanti e non mi sento di difendere nessuno).
scusa lo sproloquio, ma dovreste essere voi (giovani attivi politicamente) a cambiare il modo di fare politica. e questa rivoluzione non la vedo.
la politica italiana inizia a disgustarmi. in tutti i colori
..

venerdì 14 ottobre 2011

La marcia su Sesto (o così vorrebbero)

Abbiamo capito che il PDL è proprio alla frutta, e che si aggrappa a qualsiasi evento politico che ne possa sancire una vittoria. Ecco allora che, rispetto agli anni passati, Sesto San Giovanni rappresenta un ghiotto boccone.

Gira voce che domani mattina ci sarà un grande spiegamento di forze pidielline a Sesto: Romano, la Brambilla, i fascistissimi fratelli La Russa e pure la Gelmini. Tanto per non farci mancare nulla.

A parte l'esagerazione della "passerella", spero vivamente di non incontrare nesuno di questi mentre me ne andrò pacificamente al mercato a comprare le olive, sicut meus est mos (Orazio, Sermones I,9).

giovedì 13 ottobre 2011

Silenzio e pensieri...

Sono stata un po' assente dal blog, e questa settimana non è stata facile.
La situazione nazionale è veramente allarmante e a volte vorrei un po' più di coraggio, anche da parte del mio Partito, nelle proposte e nelle azioni.

In Provincia ci sono un po' di nodi da affrontare, ma che Podestà e la sua Giunta non portano in Consiglio: ecco che allora, a queste condizioni, l'abolizione delle Province forse non è un'idea malsana.
O si fa lavorare l'Ente, oppure non è il caso di prendere in giro elettori e noi stessi.

Infine la mia città...il dibattito politico a Sesto, in questo momento, è particolarmente vivace , come d'altronde è normale che sia in una città che da tempo è sotto i riflettori mediatici e soprattutto che si prepara a votare a maggio 2012.

E soprattutto non è una città qualunque, ma una città che si è guadagnata il titolo di Stalingrado d'Italia.

martedì 4 ottobre 2011

3,95 euro in nero. E morire sul lavoro.

Ecco la storia delle operaie, morte nel crollo della palazzina a Barletta.
Donne che per portare qualcosa a casa avevano contratti in nero, ed erano retribuite 3,95/4 euro all'ora.
Senza tutele, senza garanzie di sicurezza. E sul luogo del lavoro sono morte.

Ora, ditemi a fronte di questa tragedia come possiamo definirci un Paese civile e moderno.
Io vorrei solo sprofondare di vergogna e dolore.