domenica 6 ottobre 2013

In un armadio




Oggi ho fatto il cambio dell'armadio.
E mentre riponevo le stoffe estive, accarezzavo la lana e tiravo fuori sciarpe e guanti ecco che mi sono immersa nei colori, nei profumi e nelle emozioni.
Una maglia o un vestito possono far venire in mente alcuni dei momenti più belli o più dolorosi.
Ed ecco che un pomeriggio di "lavoro domestico" si è trasformato in un viaggio appassionante tra i ricordi.

C'è il rosa acceso che mi riporta alla giacca a vento di una ragazzina di vent'anni fa e al suo primo bacio.
Ci sono la camicia e le ballerine rosse consumate in una campagna elettorale.
C'è l'avorio di quell'Abito.
C'è la t-shirt gialla rigata di lacrime di gioia alla scoperta di aspettare la mia prima bimba.
C'è il blu sbiadito del maglione con cui si andava agli esami universitari, sperando in non so quali poteri apotropaici.
C'è l'azzurro cielo pieno di speranza di quella sera a guardare "l'ultimo bacio".
C'è l'arancione del maglione che mi scaldava quel capodanno a Marrakech.
C'è il nero conturbante di una scarpa col tacco per quella cena piena di romanticismo struggente.
E poi ci sono i jeans, così comodi per sedersi in cattedra a parlare di letteratura e di sogni, il cappotto regalato dalla nonna per i 18 anni, i pantaloni bianchi comprati dopo aver fatto pace con la propria autostima.

In un armadio e in quello che esso ha contenuto ci possono stare i ricordi più forti di una vita, soprattutto per chi ricorda "attraverso le immagini". Il che è un po' una maledizione e un po' un'immensa fortuna, perché quei colori, quei profumi e quelle immagini rimarranno scolpite per sempre. Nella testa e nel cuore.

sabato 28 settembre 2013

Elio dixit




Elio, un amico, mi ha postato su FB il pensiero che attraversa l'elettore italiano di centro sinistra davanti ai militanti del PD:

A proposito. Avete finito di litigare sul congresso? Sulla data del congresso? Sulle regole delle primarie? Sul candidato premier? Sveglia sveglia sveglia cazz...il nano non è morto!

Come dargli torto?

"Safari fotografico" in città




La mia città oggi mi ha riservato un sabato pomeriggio inaspettato.
L'occasione: le Giornate Europee per il Patrimonio 2013. Cosa? Un "safari fotografico" in alcuni dei siti della candidatura di Sesto all'UNESCO: il parco archeologico ex-Breda, le aree Falck, l'area Campari.

Eravamo in 100 cicloturisti, tra cui tantissimi bambini, ad ascoltare i racconti di chi in quelle fabbriche ha passato una vita intera.
Con gli occhi sgranati verso i giganti che hanno fatto la storia della nostra città e che vorremmo consegnare alla Storia con il riconoscimento dell'UNESCO.

sabato 14 settembre 2013

Perché non posso?





Ieri mi è stato segnalato questo interessante articolo di Luca Sofri sul (triste) episodio di Burlando, il presidente della Liguria.

Pensa e ripensa - perché sono una che 'rumina' - l'ho trovato, da amministratrice, anche piuttosto indigesto. Ma vero, anzi verissimo. È un po' come quando da bambini si ricevono pesantissime sgridate, ma assolutamente motivate, a fronte delle quali uno non può che dire "hai ragione".

La questione non mi è nuova. Da chi mi è vicino sono arrivati, in passato, bonari "rimproveri" sul fatto che si debba tenere presente il ruolo pubblico in ogni momento della mia vita, sia che stia scrivendo su un social network sia che sia tentata di insultare l'automobilista che, passando con il rosso, rischia di investire me e i miei figli.

Non è facile, soprattutto per i caratteri come il mio. A volte è percepito come un piccolo sacrificio della propria libertà, a volte si deve lottare con la spontaneità (o la chiamiamo impulsività?).

Un paio di mesi fa, sbuffando a fronte di uno di quei bonari rimproveri, chiedevo "perché non posso scrivere tranquillamente su Facebook un mio stato d'animo?".
Ecco, oggi, in quest'articolo di Sofri la risposta, faticosamente vera: "perché non sei come tutti gli altri, e hai un pezzo di responsabilità di ribaltare in meglio questo Paese, non di timbrare un cartellino e segnarti le ferie".

domenica 25 agosto 2013

Zaino in spalla




Lo so che siamo al 25 agosto, che manca quasi un mese alla fine dell'estate. Ma per me le vacanze sono concluse, domani si torna al lavoro definitivamente, senza più stacchi e interruzioni.
Questa sera mi ricorda tanto le sere che anticipavano i miei primi giorni di scuola da insegnante: la voglia di riprendere, le cose da fare già chiare nella testa.
In una parola, la progettualità che (a me) fa stare tanto bene.

Si chiude con oggi la mia estate.
Un'estate strana, se devo provare a descriverla.
Un'estate in cui ho scoperto alcuni aspetti di me che mi piacciono molto, e altri un po' meno. Ed ecco che, alla "veneranda età di 33 anni", ti scopri un pochino diversa da quello che credevi.
Un'estate fatta di emozioni forti, che mi ha obbligato a fare i conti con le mie fatiche, ad esempio di mamma, ad ammetterle e a provare a superarle.
Un'estate di sole, tra bagni in mare spensierati e passeggiate riflessive tra i boschi in montagna.
Un'estate di scelte, di entusiasmo, di "sana nostalgia".
La MIA estate, insomma.

Ecco, domani si ricomincia il turbinio di telefonate, mail, urgenze, appuntamenti.
Ma si ricomincia con entusiasmo, che non significa pensare ingenuamente o presuntuosamente che non ci sarà la fatica, a volte anche durissima.
Significa semplicemente che si ricomincia con quel "bagaglio" che ci ha un po' cambiati, e che ora fa parte di noi.

venerdì 2 agosto 2013

Storia e storie




Mattina di pieno sole, in stazione ad aspettare un treno con destinazione fine settimana lungo in montagna, dalla mia famiglia.
È il 2 agosto e la testa non può non registrare la data, pensare, ricordare, fare silenzio di fronte alla Storia e ai mostri che la popolano.

La stazione però oggi è quella di Monza, e questo mi riporta a quadri della mia storia: quanti mezzogiorni in attesa del treno per Sesto, dopo tante ore tra versioni di Cicerone, versi di Eschilo e sonetti di Petrarca. Con la testa sugli impegni del pomeriggio, i compiti da fare, gli allenamenti.

Ho iniziato il liceo con l'a.s '93/'94. Mi ricordo che cos'è stato quell'anno, per la politica italiana, più che altro attraverso il ricordo dei commenti del mio prof. del ginnasio (il liceo aveva la fama di essere il "liceo rosso" per antonomasia) e attraverso i commenti delle mie compagne dalla Brianza imprenditoriale.
C'è chi pensa che ieri si sia chiusa una storia iniziata quell'anno, chi no, chi è indignato, chi esulta.

Io prendo atto del terremoto politico, mi indigno (sì, mi indigno) per quel messaggio pericoloso che ieri è stato trasmesso su quasi tutte le reti e in quasi tutti i servizi, ma la mia testa rimane su altro.
Rimane sul mio partito, su quello che vuole essere e sulla capacità che vuole avere di non tradire i suoi elettori. Di intercettarne altri, di ridare speranza e di formulare risposte concrete.
Rimane sul mio Paese e sulla mia città, sui bisogni dei cittadini, sugli strumenti che (non) abbiamo per rispondere a tutti.

Se mi dovessero chiedere quale sia stata la notizia che più mi ha colpito delle ultime settimane, a me verrebbe in mente di pancia, subito, un nome: Laura Prati.
Ed è per storie come la sua, non per la sentenza di ieri, che adesso scrivo con un po' di speranza, in treno, guardando le Grigne che svettano in un cielo che mai mi è sembrato così azzurro.

domenica 16 giugno 2013

Il mio "giallo dei limoni"




Per gli studenti di quinta è "il giallo dei limoni" di Montale.
Sono quegli squarci che ti si aprono, ti mostrano un'altra realtà, un'altra vita. Intuizioni, che poi si richiudono.

A volte capita, senza tirare in ballo Montale. Una sera, in settimana, dopo un dibattito intenso, bello ma faticoso, con i cittadini. Si decide di andare a prendere una birra (per capirci, con la birra io ho familiarizzato solo recentemente), destinazione Carroponte, dopo la mezzanotte.

Un concerto appena finito, capannelli di giovani che indugiano nella notte.
E nel profumo dell'aria estiva ti trovi a pensare.
Ti si palesa, per un attimo, un'altra vita. E per un attimo ti trovi a chiederti come saresti stata, senza le responsabilità di oggi, senza la fatica. Magari alla vigilia di un viaggio in Argentina o in Namibia, magari con una seconda laurea, magari con un "bucolocale" a Roma.

Forse un'altra me sta vivendo quella vita.
Forse però si sta perdendo le mie gioie, le mie soddisfazioni, i miei piccoli successi. Ma non mi è dato di saperlo.

Alla una il Carroponte è ancora pieno di gente. Io torno a casa.
Affascinata, però, per aver intravisto, per un attimo, il giallo dei limoni.

Le cose fatte, in un anno (5-10)






Prima che si pensi che le "cose fatte, in un anno" siano state solo quattro, continuo a raccontare un po' il lavoro intrapreso. Mi sono fermata una settimana perché i giorni appena passati sono stati molto faticosi,in termini di tempo e di energia, ma ora riprendo. Guardando avanti, sempre.
5) abbiamo aumentato in media di 1h il sostegno educativo ai bambini disabili, trovando le risorse in sede di assestamento di bilancio. Quella quota "incrementata" di ore sarà mantenuta e leggermente aumentata a settembre.
6) si è rinforzata la collaborazione tra Scuola e Sevizi Sociali, intensificando la comunicazione rispetto alle segnalazioni delle fragilità e della loro presa in carico
7) abbiamo vinto un bando del Ministero delle Politiche per la Famiglia per l'invecchiamento attivo, con un finanziamento pari a 99mila €: il progetto finanziato permetterà di realizzare con gli anziani laboratori teatrali, orti e giardini insieme ai bimbi, e interventi nelle scuole per favorire l'incontro tra generazioni
9) insieme all'Assessorato al Commercio, abbiamo realizzato il progetto Pappamica per costruire sempre di più una città a misura di famiglia, anche rendendo accoglienti per i bimbi gli esercizi della ristorazione.
10) abbiamo "osato". La quarta edizione della festa dell'infanzia un, due, tre...stella! si è ampliata ed è durata una settimana: abbiamo coinvolto non solo i bimbi ma anche le mamme e i papà. Per confrontarci su genitorialità e conciliazione.
[continua: siate pazienti. Magari il resoconto non è appassionante, ma è dovuto.]

domenica 9 giugno 2013

Cosa si impara in un giorno




Le cose che ho imparato oggi, alla quarta edizione dell'evento 1,2,3 stella:

- che l'ansia da condizioni meteorologiche porta a una notte fitta di continui risvegli. Che a sua volta porta occhiaie chilometriche nella giornata successiva.
- che anche la domenica mattina, in casi eccezionali, si può e si deve essere sul luogo di lavoro alle 7.30
- che il settore Educazione e tutti coloro che lavorano a 1,2,3 stella sono una macchina da guerra.
- che scaramanzia e organizzazione di un evento per migliaia di persone non possono convivere.
- che ogni piano A deve sempre avere un piano B
- che i bambini e le famiglie hanno voglia e bisogno di momenti come questi
- che mi ha inorgoglito la partecipazione di entrambi i miei settori insieme: Educazione e Sociale.
- che il tessuto associativo di Sesto è unico e ce lo invidiano tutti
- che ci sono tanti soggetti del privato e privato sociale che sono disposti a mettersi in gioco e contribuire alla realizzazione di una Sesto a misura di bambino
- che è bello far vedere una parte del tuo lavoro agli amici
- che ci si può anche non preoccupare dei calzini sporchi di sabbia e delle mani imbrattate di vernice.
- che alla fine dell'intera giornata si possono vedere centinaia di bambini instancabili accompagnati da genitori agonizzanti, che desiderano doccia e divano.
- che a volte si può fare contemporaneamente la mamma e l'Assessore.
La MammAssessore appunto.

giovedì 6 giugno 2013

Le cose fatte, in un anno (1-4)






Dopo la pancia, la testa.
Cioè, vi ho raccontato le mie emozionie le cose belle del mio primo anno da Assessore.
Ma credo che chi mi legga voglia (e debba volere) non solo le emozioni, ma anche i fatti. E quindi provo a raccontarvi qui, per punti, tutto il lavoro di un anno, dagli interventi più grossi ai dettagli.
Troverete spesso usato il NOI. Non è mania di grandezza, ma profonda riconoscenza per gli uffici che hanno lavorato con me.
1. Avevo detto "obiettivo equità". E in questa direzione mi sono mossa e continuo a tenerlo come bussola per i mesi e gli anni a venire.
Ecco allora la rimodulazione delle fasce ISEE nei servizi educativi, per evitare di assimilare condizioni sociali ed economiche diversissime fra loro.
2.Abbiamo lavorato ai regolamenti dei servizi educativi, introducendo per gli asili nido la graduatoria cittadina unica e a punti: questo ha permesso di dare una prima indicazione alle famiglie già a fine aprile. Ha garantito trasparenza e maggior equità.
3. Abbiamo scelto di introdurre la "mensa a consumo", con cui le famiglie pagheranno solo quello che realmente consumano e non un forfait mensile indipendentemente dalle assenze. E, mantenendo pari le entrate per il Comune, abbiamo rimodulato le tariffe per poter aiutare le famiglie più fragili.
4. Abbiamo istituito il Fondo di Solidarietà per il Lavoro, con cui sostenere quasi un centinaio di persone/famiglie vittime della crisi, disoccupati non curonicizzati. Per loro ci sarà una sorta di "rimborso spese" e l'accompagnamento nella ricerca del lavoro.
[continua...un anno è lungo da raccontare!]

mercoledì 5 giugno 2013

Cose belle, in un anno.





Giorno più, giorno meno, ma ci siamo: è passato il mio primo anno da Assessore. Forse anticipo di 72 ore, ma, visti gli impegni di 1,2,3 stella nel week end, voglio prendermi questo tempo e questo spazio bianco per guardare indietro.
E riempirlo non con le fatiche, i sacrifici, le delusioni: quelle ci sono in ogni lavoro e ci saranno sempre. Ma le fatiche, i sacrifici e le delusioni scompaiono a fronte delle emozioni e delle cose belle.
E il mio primo anno è stato pieno di emozioni, piccole gioie. Di cose belle.

La fiducia e l'amicizia del mio Sindaco, tanto per cominciare.
La Giunta.
Il primo ingresso in Sala Consigliare con il pancione scalpitante.
L'inno d'Italia che risuona prima del Consiglio
I bimbi dei nidi e delle scuole.
I ragazzi disabili.
Portare una delibera in Consiglio e vederla approvata all'unanimità.
Essere invitata dagli uffici a prendere il caffè alle 9.
Il mio primo 1,2,3 stella dopo un nubifragio pazzesco.
La dipendenza dalla rassegna stampa, rigorosamente, ogni mattina.
Le mani strette e i sorrisi ricevuti.
Le celebrazioni del 25 aprile.
La copertina nuova del mio IPad.
La pausa pranzo in mensa.
L'adrenalina che provo ogni volta che devo parlare in pubblico.
La scoperta di Twitter.
Le relazioni istituzionali fuori dai confini di Sesto che insegnano a respirare ampio.
Lo spaccarsi la testa con i miei uffici per trovare soluzioni, per progettare, per sognare anche quando i sogni ci vengono "tagliati".
La montagna di mail a cui rispondere ogni giorno.


Ma soprattutto la pienezza che provo ogni volta che riesco a risolvere un problema per i cittadini.
E l'addormentarsi la sera con la sensazione di essere stata, nel mio piccolo, utile a quella parte di mondo in cui sono chiamata a vivere.

martedì 4 giugno 2013

Il cielo di giugno






Questa sera, rientrando a casa, ho guardato in alto. Il cielo di giugno, ancora illuminato alle nove di sera, il profumo dell'estate che, nonostante tutto, manterrà la sua promessa di tornare. E anche le prime zanzare.
E ho pensato al bel pomeriggio di oggi, all'interno della nostra festa dell'infanzia 1,2,3, stella.
Ho pensato all'incontro felice con Valentina che oggi ci ha parlato di conciliazione e di maternità, e alle amiche che erano lì con me ad ascoltarla e a ritrovarsi in quelle fatiche e in quelle scelte.
Ho ripercorso la lunga chiacchierata che abbiamo fatto davanti a un sushi, a cena, parlando dei servizi educativi di Sesto, Milano e Torino, le nostre città.
Ma soprattutto della condivisione del sentimento più inquietante e misterioso nel conciliare famiglia e lavoro: mentre si è al lavoro desiderare essere con i propri figli e quando si è casa con loro sperimentare, non solo la gioia, ma anche la fatica. Il conseguente senso di colpa, senza però sentirsi cattive madri.
Un ultimo sguardo al cielo, pieno di gratitudine per i pensieri e i volti di oggi.
La porta di casa che si chiude alle mie spalle.
Una voce dalla camera che mi dice "Mamma, mi leggi il libretto di Peter Pan?".

domenica 2 giugno 2013

Sei come me






Anche se la mezzanotte è ormai passata, mi fermo un istante su questo 2 giugno.
Festa della Repubblica, celebrata a Sesto, oggi, in un modo un po' speciale.
Quasi 4 mila bambini e ragazzi, stranieri, ma nati nella nostra città da migranti e qui residenti, hanno ricevuto la cittadinanza onoraria.
Il vento caldo e il primo vero sole, in un Carroponte pieno di volti, colori, musica.
Un'immagine di oggi che custodirò, accanto alle mille altre che questo incarico mi sta regalando: un ragazzo che nel ricevere la pergamena con la cittadinanza onoraria si confessa emozionato e onorato.
Pieno di gioia nel vestito grigio delle occasioni speciali, chiede di poter fare una foto davanti al gonfalone della città.
Che mai, come oggi, sento NOSTRA.

sabato 25 maggio 2013

Ognuno per la sua parte




Sesto è in lutto in questi giorni. Piange la Ceda, staffetta partigiana e protagonista della vita politica e amministrativa della città.

Toccante poterle fare il picchetto d'onore in sala consigliare, dopo aver sentito risuonare le note di Bella Ciao, quasi fossero scritte per lei.
Commovente il discorso del presidente nazionale ANPI Smuraglia: «Ce ne andremo uno dopo l'altro. È l'implacabilità del tempo. Rimane però la testimonianza e rimane il legame con le giovani generazioni a cui tenevi tanto"

Diceva qualcuno "Siamo come nani sulle spalle di giganti". Ecco questi sono i nostri giganti. Quelli che ti fanno venire in mente Orazio, che ammette che labuntur anni, ma che con la loro vita e il loro coraggio hanno eretto un monumentum aere perennius.
Sono quelli che ti ricordano la ginestra di Leopardi, e il suo consolare i deserti.
Sono i giganti che ti fanno pronunciare il dantesco libertà va cercando, ch'è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta.

Ieri le parole di Smuraglia sull'implacabilità del tempo mi hanno fatto venire in mente i versi di Leopardi E fieramente mi si stringe il core/ A pensar come tutto al mondo passa/ e quasi orma non lascia.

Ma quel "quasi" ha il volto delle grandi semplici donne e dei grandi semplici uomini, come Ceda, Smuraglia e gli altri che richiamano al senso della storia e alla responsabilità di esserne parte attiva e coraggiosa.
Ognuno per la sua parte.
Per continuare a riempire quel "quasi" di testimonianza, di esempio, di storia.
Di eternità.

sabato 18 maggio 2013

Il tempo sistema le cose




È passato quasi un mese dal mio ultimo post. Non era mai capitato, e sicuramente un po' me ne dispiace. Ma l'amaro in bocca lasciato dalla politica nazionale mi ha tolto ogni voglia di analisi e di condivisione. Cosa analizzare di un governo insieme a Berlusconi? Cosa condividere se non l'imbarazzo, la rabbia, la frustrazione?

Il più carino dei commenti di amici era quello senza insulti; mai il mio partito mi è sembrato così lontano dalla gente comune.

Poi, come sempre, il tempo fa il suo corso e succedono cose che ti ribaltano le prospettive.
Due giorni dopo il "disastro di Prodi e dei 101", incontro un amico di amici, da poco sestese, che mi aveva contattato perché desideroso di darsi da fare nel PD. E pure giovane.
Ho fatto violenza a me stessa per non chiedergli, in quella fase così drammatica, "ma sei proprio sicuro?". In ogni caso avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che non sarebbe più tornato.

E invece no.
Il tempo mi ha insegnato che ci sono ancora persone, giovani, che credono nella politica, si vogliono impegnare in prima persona, e lo vogliono fare nel PD. E a chi, con meno scrupoli di me, gli chiedeva "ma sei proprio sicuro?" quella persona rispondeva "Sì, ho visto che il PD è in difficoltà e mi sono detto che forse hanno bisogno anche del mio aiuto".

Il tempo mi ha insegnato che in fondo si deve ricominciare. A guardare avanti, a sperare, a parlare con i giovani e con la gente, a impegnarsi.
E anche a scrivere.

mercoledì 24 aprile 2013

Un canto, al sole




Le cose belle che capitano quando si è Amministratori. Oggi toccava a me l'ultima tappa nel consueto "giro" per la deposizione delle corone sulle lapidi in memoria di chi fu protagonista della Resistenza nella nostra città.
Destinazione: scuola Santa Caterina, ai piedi della lapide di Don Enrico Mapelli, parroco attivo contro i fascisti, fianco a fianco con i partigiani.

Lo ammetto: il 25 aprile e le commemorazioni che porta con sè mi giocano sempre brutti scherzi. L'emozione e soprattutto l'onore di indossare la fascia tricolore, di camminare accanto al gonfalone della nostra città, su cui fa bella mostra quella medaglia d'oro che è tanto costata.
Incontrare tutti i bimbi della scuola, dai cuccioli della materna ai ragazzi delle medie. Sentirli leggere nel sole brani di letteratura che ci parlano di quella storia, parlare loro di cosa significa metterci non solo la faccia, ma addirittura la vita per la libertà e la democrazia.
Deporre la corona d'alloro. E poi seguire il loro canto dell'Inno d'Italia.
In quel momento i conflitti d'interesse di Berlusconi, i "vaffa..." di Grillo e l'autolesionismo interessato del PD mi sono sembrati lontani anni luce.

Sopra, l'azzurro tersissimo.
Sulla guancia, una lacrima commossa ed emozionata.

Buon 25 aprile a tutti, di cuore.

venerdì 19 aprile 2013

Persone






"Un partito fatto di persone" : questo era lo slogan di una delle campagne di tesseramento del PD.
Ecco, tra ieri e oggi, mi sembra che le persone del PD siano state calpestate, umiliate. E non so se essere più angosciata o più indignata. Diciamo che sono pervasa da un'angosciata indignazione.
Nei giorni passati l'umiliazione degli elettori, della base, scegliendo un candidato che aveva tutto il sapore di un "inciucio". Un' umiliazione anche per Marini, ovviamente: direi che iscritti del tuo partito che bruciano le tessere in segno di protesta contro il tuo nome è una scena che parla da sè. E che appunto dice "umiliazione".
E oggi ancora peggio. Si è bruciato Romano Prodi, non so per quale follia. Una centuria di autolesionisti ha umiliato il partito a cui appartiene, esponendolo alla gogna degli altri. Ha umiliato l'unico politico in grado di vincere due volte contro Berlusconi alle elezioni, un uomo dalla grande esperienza di governo e dalla caratura internazionale. L'identikit perfetto, insomma.
Last but not least, hanno umiliato il segretario di quel partito, costringendolo alle dimissioni, mentre loro se ne staranno tranquilli al loro posto. Bersani è stato scelto con delle primarie, ha fallito, si è dimesso. Loro sono stati eletti con delle primarie, hanno fallito come politici ma soprattutto come uomini. Cosa aspettano a dimettersi?

domenica 14 aprile 2013

Giorno x Giorno - settimana 14 e 15/13






Due settimane in apnea, ecco cosa mi sono sembrati gli ultimi quindici giorni.
Innanzitutto la settimana dopo Pasqua è stata impegnata dalla chiusura di una delibera che andrà in Commissione Consigliare domani e in Consiglio Comunale martedì 23 aprile, con cui si propone il passaggio a consumo per la refezione scolastica.
E poi questa settimana la proposta è stata illustrata anche nella seduta della Commissione Mensa di lunedì e ha ricevuto l'ok della Giunta martedì. Tra l'altro lunedì sera c'è stato Consiglio Comunale. Un Consiglio duro, difficile, lunghissimo.
Mercoledì riunione con le coordinatrici dei nidi e l'equipe degli Psicopedagogisti per fare il punto sull'imminente pubblicazione delle gradutatorie cittadine(salvo imprevisti, dovrebbe essere pubblicata entro il 22 aprile); in mattinata ho incontrato le classi seconde delle Pascoli, in visita in Comune e ho risposto alle loro domande su cosa vuole dire amministrare una città.
Giovedì ho incontrato un gruppo di insegnanti e di genitori della Materna Corridoni, sempre per parlare del servizio di refezione scolastica, mentre venerdì c'è stata l'Assemblea di Distretto, dove, insieme agli Assessori di Cologno miei "omologhi" (Educazione e Politiche Sociali) abbiamo condiviso la necessità di impostare una riflessione condivisa sul futuro dei servizi e su come mantenerli a fronte di risorse sempre più scarse.
E poi questo week end sabato mattina ho partecipato al Convegno per festeggiare i 10 anni di Passo dopo Passo...Insieme Onlus. Per me è stato un tornare a casa, tra gli abbracci e i sorrisi dei miei vent'anni.
E finalmente un week end di sole. Con tanta voglia di camminare, correre, farsi un giro in bici con i bimbi, mangiare con loro il primo gelato della stagione. Invece no, è stato un week end chiusi in casa, a curare prima uno e poi l'altro, vittime di un fastidioso virus.
Per ricordarsi che la conciliazione, a volte, è anche una questione tra i tuoi desideri e la realtà.

domenica 7 aprile 2013

La lezione di Carolina




A volte, nella vita, si fanno strani incontri. Strani nel senso di inaspettati, inimmaginati, ma che ti spalancano mondi luminosi. A me è successo sabato pomeriggio, e questo incontro ha un nome e un cognome: Carolina Raspanti.
Carolina ha scritto un libro, sulla sua vita da lei descritta come entusiasmante e piena di soddisfazioni, che inizia così: Io mi chiamo Carolina Raspanti e sono una normalissima ragazza di 21 anni. Il fatto di essere Down non mi pesa per niente e direi che anche gli altri non mi fanno sentire diversa...

Carolina, sabato pomeriggio, mi ha incantato. Anzi, ha incantato tutta la sala, gremita per la presentazione del suo libro. Mi ha incantato con la sua gioia e la sua grinta, con il suo ottimismo che lei dice essere il sale della vita. Mi ha incantato la naturalezza con cui, attraverso la sua penna, ci insegna che non c'è una diversità, ma un caleidoscopio di unicità. Che tutti siamo diversi, ma poi...diversi da cosa?
Carolina ha dato uno schiaffo all'eterna insicura che c'è in me quando con orgoglio scrive " Io mi sono sempre accettata e mi sento anche molto bella". E lo è davvero, con i suoi occhi verdi e il suo sorriso irresistibile.

Il suo libro dovrebbe essere letto nelle scuole, tra i preadolescenti confusi di fronte alla vita a cui si affacciano, preda delle insicurezze e delle prime sconfitte.
Io l'ho già messo da parte, per mia figlia. Perché vorrei tanto insegnarle, anche grazie alla storia di Carolina, quell'amore per sè e per gli altri che dà sapore alla vita.

venerdì 5 aprile 2013

Centri Estivi: istruzioni per l'uso




Una settimana fa uscivano le nuove regole per i Centri Estivi del Comune.

Le famiglie hanno fatto notare la necessità di chiarimento per alcuni punti (ISEE, graduatoria, pagamento anticipato etc.): ecco allora la mia scelta di riepilogare e spiegare in un linguaggio un po' più da mamma e un po' meno da "amministratore" le nostre scelte.
Trascrivo qui il messaggio postato oggi sulla pagina FB del Comune di Sesto San Giovanni

“Andiamo per punti:

1. La graduatoria: verrà fatta solo se riceveremo più domande rispetto ai posti disponibili. In passato questo non è mai successo, abbiamo sempre soddisfatto tutte le richieste delle famiglie. Abbiamo però dato criteri equi e oggettivi per evitarvi il “chi prima arriva meglio alloggia” e tutelare i bambini con entrambi i genitori lavoratori nel caso in cui arrivassero richieste in eccesso.

2. I bambini che vivono in condizioni di disagio sociale stanno in cima alla graduatoria: non credo che ci debbano essere polemiche su questo. Si tratta di vite sfortunate, è nostro dovere tutelarle e dargli un luogo di giochi e di persone attente ai loro bisogni. Anche negli anni passati questi bambini avevano la precedenza su tutti gli altri.

3. m: siamo pienamente disponibili a rateizzare gli impegni economici importanti. Questo significa che se un genitore fa l’iscrizione per più settimane o per più figli può chiedere di rateizzare l’importo. Non c'è bisogno di portare alcuna documentazione: né l’ISEE, né ricevute di spese sostenute. E’ sufficiente spiegare la propria situazione agli uffici.

4. la pubblicità: abbiamo come sempre affisso in città i manifesti, informato le scuole dell'inizio delle iscrizioni ai centri estivi e usato tutti i nostri canali di comunicazione off line e on line per diffondere le informazioni.

5. Il costo: non abbiamo aumentato le tariffe se non il consueto aumento ISTAT. Abbiamo chiesto il pagamento anticipato per tutelare chi ha realmente bisogno del servizio. Troppe volte, infatti, in passato c'è chi ha occupato il posto ai centri per diverse settimane senza poi frequentarli, pagando solo l’anticipo.

6. le iscrizioni e l'ISEE: sono aperte dall’8 al 18 aprile. Abbiamo anche tenuto conto della difficoltà esplicitata dalle famiglie a produrre la documentazione ISEE in tempo utile e, quindi, abbiamo deciso che in via del tutto eccezionale per quest'anno, si potrà non consegnare l'ISEE, ma saranno gli Uffici Scuola a richiederlo alle famiglie se fosse necessario fare una graduatoria (le famiglie interessate dalla gradutatoria saranno contattate dagli uffici entro il 30 aprile).

Questo post è molto lungo, so che Facebook ama comunicazioni brevi! Spero di avere, almeno in parte, sciolto i vostri dubbi. Grazie e un caro saluto a tutti.”

Aggiungi un posto a tavola




La consueta sera di aprile: aria bagnata di primavera, temperatura più mite e la luce che illumina anche l'ora di cena.
Eppure di consueto, stasera, ho visto ben poco: più sedi 200 sestesi a cenare alla mensa comunale, pagando la cena 15 euro e sapendo che il ricavato andrà ad alimentare il Fondo Lavoro del Comune di Sesto San Giovanni.
Bella quella fila di persone: giovani, meno giovani, bimbi.
Bello questo evento "solidale" a cui molti non sono voluti mancare.

Stasera me ne vado a letto orgogliosa della mia città. E, a essere sincera, me ne vado a letto anche con un certo orgoglio per aver creduto in quest'iniziativa
Ma più di ogni altra cosa, me ne vado a letto con una forte gratitudine a chi si è speso per questa serata e si sta spendendo per le persone che potranno essere aiutate con il Fondo di Solidarietà per il Lavoro.

martedì 2 aprile 2013

Relazioni




Una delle mie colleghe di Giunta, ancora durante le prime settimane di mandato, mi disse "sto patendo un po' la solitudine dell'Amministratore".

Non ci ho fatto caso.
Il pancione incombeva e imponeva orari ormai dimenticati. Che si traducevano non solo in tempo per i bimbi, ma anche per le mie relazioni: l'amica, mamma a sua volta, con cui portare i bimbi ai giardinetti, l'amica con cui affrontare un allenamento in piscina, l'amico con cui pranzare, le colleghe con cui organizzare cene. L'ultima di queste la ricordo ancora: navigli, ristorante greco. Era l'8 giugno ma faceva freddo. E a tavola brindavamo per la mia nuova vita, da mamma e da Assessore. Da mammAssessore.

E ora la patisco anch'io la solitudine dell'Amministratore. Quelle cene sono diventate rarissime, sostituite da Consigli, Maggioranze, riunioni del Partito, iniziative pubbliche.
Raggiungo i bimbi ai giardinetti in un orario in cui prima tornavo a casa. Niente piscina? Niente chiacchierata con l'amica.
Eppure non c'è giornata in cui, alla sera, non ripensi a tutte/i loro. Al fatto che questa nuova entusiasmante vita mi obblighi a "trascurarli". O forse al fatto che prima, con i tempi di vita, ero particolarmente fortunata. Direi privilegiata.
Ogni giorno penso a loro e mi mancano.

Poi ci sono giorni come oggi, in cui un amico che sembrava perso ricompare sulla tua strada. E ti dice che capisce i tuoi tempi, che ti stima e ti accompagna in questa nuova vita. Che segue il tuo lavoro "a distanza" e che è fiero di te.

Allora capisci che "la solitudine dell'Amministratore" è una mezza verità.
E che l'altra metà è molto, molto più bella.

lunedì 1 aprile 2013

Giorno x Giorno - settimana 13/13




Visto che le vacanze sono state tali anche per me, sconfino nella nuova settimana per il resoconto consueto. Faccio ammenda per aver saltato la settimana 12, ma pare che ai miei figli piaccia ammalarsi la domenica sera.
Il che non mi fa solo dimenticare di scrivere il blog e di aggiornare chi mi segue, ma mi fa anche pregustare una settimana di corse, incastri, sensi di colpa e tempo che non basta mai.
Così è stata la settimana, anche se "corta". Anzi, forse proprio perché "corta".

Lunedì abbiamo definito gli ultimi aspetti organizzativi per poter iniziare a breve a raccogliere le domande dei cittadini per il Fondo di Solidarietà, martedì Giunta e mercoledì appuntamenti con alcune realtà del Terzo Settore e pomeriggio nuovamente Giunta.
Giovedì invece ho iniziato a impostare con l'Assessore Cagliani una riflessione sugli interventi sugli edifici scolastici e come procedere vista la situazione drammatica delle risorse dei Comuni.

E poi, finalmente, vacanza.
E tante, troppe, uova di cioccolato.

sabato 30 marzo 2013

La finestra di fronte




Ho deciso: la finestra di casa può essere un osservatorio sociale privilegiato!
Vi ricordate il triste teatrino a cui avevo assistito una domenica mattina?
Ecco, stamattina una nuova "visione".
Ammetto, a onor di cronaca, avvistata dal marito che mi ha chiamata subito alla finestra in questione.

Pioveva (ultimamente pare sappia fare solo quello) e un'elegante signora, con cappotto e cappellino, stava letteralmente devastando le Forsizie in fiore che rallegrano i giardini pubblici sotto casa.
Dopo poco si allontana con il suo bottino: un fascio di rami fioriti di giallo per rallegrare chissà quale appartamento.

Forse indigna meno del rovesciamento della pattumiera, è vero.
Però, per me, indica la stessa non curanza del Bene comune.

venerdì 22 marzo 2013

Un servoscala non fa primavera, ma aiuta.




Forse qualcuno si ricorda lo strano e triste caso del servoscala.

Ieri, primo giorno di primavera con un cielo tersissimo e un sole davvero tiepido, vengo a sapere che la cosa ha avuto un lieto fine. Nell'ultima Assemblea di condominio i condomini hanno votato di acquisire la titolarità del servoscala e di sostenerne le spese di conduzione e manutenzione.

Incontrare le parti e lavorare per una mediazione non è stato facile, ma alla fine la mediazione c'è stata e si apre una nuova pagina al capitolo solidarietà nella nostra città.
Ringrazio la famiglia protagonista della vicenda, perché la sua pacata ostinazione ha permesso di arrivare a questo risultato, ma soprattutto ha permesso di creare opinione sull'argomento.

Purtroppo so che in città ci sono tanti casi di indifferenza ed egoismo, dove la mediazione non solo non c'è ma potrebbe anche non esserci mai.
Insomma, una rondine non fa primavera.

Ma di certo ci ricorda che prima o poi arriverà la fine dell'inverno.

domenica 17 marzo 2013

Giorno x Giorno - settimana 11/2012




Che fine ha fatto la settimana 10? Ammetto, me la sono persa per strada. La domenica sera, che è il momento del "guardare indietro" al tempo appena trascorso, nel caso dell'altra settimana, è stata movimentata dal secondogenito con febbre a 40.3^

Ritorno però alla mia consuetudine. <Lunedìmattina al settore Educazione abbiamo continuato il lavoro su alcuni regolamenti dei servizi, per poter arrivare con proposte sempre più eque verso i cittadini. Martedì Giunta, ma anche prima discussione sul bilancio, continuata anche mercoledì.

E poi la settimana lavorativa è finita perché sono stata contagiata dalla febbre dei bimbi, e giovedì e venerdì sono stata a letto.
E la famiglia è ufficialmente diventata l'azionista di maggioranza dell'Augmentin.

Poi le belle notizie del week end in politica (leggi alla voce Boldrini e Grasso), i festeggiamenti per il compleanno di mia figlia e tutti gli amici che ci hanno tenuto compagnia mi hanno rimesso in piedi.
Pronta per un'altra settimana.

sabato 16 marzo 2013

Papa Francesco e la mia Saudade




L'elezione di Papa Francesco mi ha sorpreso e rallegrato, così come i primi messaggi che ha voluto dare sono stati quelli che da tempo volevo sentirmi dire da chi ha il compito di guidare la Chiesa.
Li aspettavo da molto tempo, sicuramente dal 2001.
È stata l'estate in cui si è consumata la mia Bildung, umanamente parlando. In cui si è sciolto come neve al sole il mio orizzonte ristretto, fatto di poche preoccupazioni, tanti privilegi.

L'elezione di Papa Francesco, dal Sudamerica, mi ha ricordato quell'estate e i quasi due mesi nelle favelas di San Paolo, in Brasile. I poveri a cui chiede alla Chiesa di stare vicino per me hanno i volti di quei bimbi che ho visto scalzi tra i topi, di quelle donne e di quegli uomini che mi hanno aperto la loro casa e mi hanno insegnato che la generosità non ha nulla a che vedere con il denaro. E che più si lotta per i più deboli, più si diventa ricchi.
Mi ha ricordato il rumore degli spari che si sentivano spesso la notte, e il silenzio angosciante che ne seguiva.

Papa Francesco mi ha ricordato i missionari e le missionarie che mi hanno ospitato, e che ho visto donarsi, per lottare per i diritti dei deboli. Tutti i deboli, senza distinzione di etnia, di sesso, di credo. Che ho visto minacciati dai gangster locali. Che ho visto scendere in piazza a protestare contro la polarizzazione della ricchezza del Paese in mano a una minuscola minoranza. Che ho visto immergersi nella miseria, senza mai chiamarsene fuori.

Di quell'estate nutro ancora oggi una profondissima Saudade (nostalgia, nel senso etimologico del termine). E sapere che le prime parole del nuovo Pontefice sono andate anche quei volti, a quei vicoli intricati di scalini, a quelle baracche di lamiera e mattoni, ha reso la mia Saudade un po' più viva ma un po' meno dolorosa.

domenica 10 marzo 2013

L'Italia migliore




Ore 10, domenica mattina.
Mi affaccio alla finestra sui giardinetti sotto casa.
Noto una signora che arriva, parcheggia la bici e va verso il cestino con sacchetti della spesa. Ha una pelliccia di visone, l'aria un po' stanca. La deformazione professionale fa sì che mi precipiti dal marito pontificando dell'emergenza sociale, dei nuovi poveri, del fatto che ci sia sempre più gente apparentemente senza difficoltà che si riduce a rovistare nell'immondizia.

Il marito torna con me alla finestra: lo shock di vedere la signora che rovescia i suoi sacchetti e crea uno spettacolo inverecondo di rifiuti tutto intorno al cestino (vedi foto). 100 metri più in là abbandona una scatola.
Esco sul balcone e la invito a raccogliere i rifiuti. Mi ignora, simpaticamente, e se ne va con la sua pelliccia di visone e la sua bicicletta.

Ore 18, domenica pomeriggio.
Mi affaccio alla finestra (non che io passi tutto il tempo alla finestra, sia chiaro...è che con i figli ammalati la clausura è stata forzata) e vedo un signore un po' trasandato che si avvicina al cestino. Rovista a lungo e poi prende due giornali.
Poi si allontana. Passa in fianco alla scatola abbandonata dalla signora con la pelliccia di visone e la guarda.
Poi si china, la raccoglie e la va a buttare nel cestino.

Qual è l'Italia migliore?

domenica 3 marzo 2013

Giorno x Giorno - settimana 9/2013




La settimana dei risultati elettorali, faticosissima.
Non ci si riprende in fretta da una sconfitta inaspettata e ammetto che ci sono voluti alcuni giorni per smettere di esserne frastornata.
Lunedì e martedì sono state giornate piuttosto tranquille, in cui abbiamo continuato la riflessione sui servizi nelle aree Falck, e, a lato, ho seguito con quel misto di emozioni già descritte i risultati elettorali.
Mercoledì dedicato al tema dei trasporti per i cittadini disabili, giovedì commissione per un concorso cittadino delle scuole dell'infanzia (dirò in seguito: ogni cosa a suo tempo!) e pranzo in una di queste, seduta ai tavolini con i bimbi di tre anni: una meraviglia!
Venerdì alcune riflessioni sul bilancio e poi incontro di preparazione per la cena di solidarietà che organizzeremo per sostenere il Fondo di Solidarietà per il Lavoro.

Week end dedicato alla famiglia: una cena tra amici, un giro al parco.
La stanchezza accumulata che esplode e poi si ritira.
Come le onde del mare.

mercoledì 27 febbraio 2013

"La favola bella che ieri m'illuse" (6)




Punto sei. Ovvero, "la meglio gioventù"
Smettiamola di sputare addosso a chi non ci ha votato. Non sono gli elettori che ci devono capire, ma noi che dobbiamo capire gli elettori.

E, che ci piaccia o no, Il M5S ha capito tanti, tantissimi giovani.
Grillo non mi piace, ma i giovani sì.
Hanno voglia di fare, sono teneri nella loro ingenuità e inesperienza (vogliamo parlare delle loro imbarazzanti interviste?), si sono buttati nella politica, o meglio nella forma più simile alla politica.

E noi del PD, finora, non siamo stati capaci di intercettare quei giovani, di ascoltare il loro mal di pancia, di infiammarli di ideali.

Io voglio ripartire da qui.
Non so ancora con quali canali. Non so ancora bene come. Ma la strada è questa.

Perché il PD deve ripartire da qui.
Dalla meglio gioventù.
Che non ci chiede altro che di mettere le ali ai suoi sogni.

"La favola bella che ieri m'illuse" (3-5)




Proseguo, per elaborare la rabbia.

Punto terzo
Non facciamo cazzate. Non so se si può dire una parolaccia in un blog, nè mi voglio adeguare alla volgarità imperante in politica. Però non troverei altro modo di definirlo.
Ovvero, visto che Bersani dice che abbiamo la responsabilità di provare a governare (e io che pensavo di aver visto tutto dopo Prodi in ostaggio di Rossi e Turigliatto), voglio sperare che a nessuno venga in mente di formare un Consiglio dei Ministri contente nomi quali D'Alema.
L'ho detto.

Punto quarto
Attenzione alle relazioni pericolose. Cioè, il rapporto con Grillo e M5S.
Non credo che, con le premesse dei sonori "vaff", si possa pensare a un'alleanza.
Piuttosto, cerchiamo un accordo per tre (tre di numero, davvero) azioni urgenti: legge elettorale, conflitto di interessi, riduzione costi della politica.
Che sono nel loro programma. Ma soprattutto che sono le priorità che ci chiede anche il nostro elettorato.
Ma per ricordarcele abbiamo avuto bisogno di Grillo.

Punto quinto
Berlusconi.
Un amico mi ha detto: "Berlusconi non muore mai. Ogni tanto a qualcuno piace dimenticarselo". Ci rimanga come memento.

"La favola bella che ieri m'illuse" (1-2)




Bisognava che scrivessi di questi due giorni, dei risultati, della speranza delusa, della rabbia e dell'amaro.
Me lo chiedono amici, vogliono un parere dagli "addetti ai lavori".
E io credo nel valore terapeutico della scrittura.

Punto primo
È stata una sonora sberla. Doppia. E la seconda, quella delle regionali, è stata ancora più forte.
E chi ha il coraggio (e la faccia tosta) di esultare per questo risultato non è intellettualmente onesto. Perché, diciamocelo, nessuno immaginava questo risultato, che io nemmeno oso chiamare "vittoria mutilata".
Quindi faccio appello al mio partito e ai suoi dirigenti, locali e non, di avere il buongusto di non arrampicarsi sui vetri, di ammettere con umiltà che è stata una sberla, che è giunta inaspettata e ci ha fatto male. Molto.

Punto secondo
Piantatela di scrivermi che, se avessimo candidato Renzi, avreste votato PD e avremmo vinto. Mi sono promessa di non recriminare, di non cedere alla sirena del periodo ipotetico del terzo tipo. Ma se continuate così, non so quanto riuscirò a mantenere il mio proposito e sbotterò in un "se avessimo candidato Renzi..."

domenica 24 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 8/2013




L'avevo annunciato: è stata una settimana campale.
Lunedì conferenza stampa per l'avvio dell'Alzheimer Café presso la casa di riposo Pelucca: un modo per aiutare i famigliari, spesso impotenti di fronte alla malattia più "irrazionale". In serata incontro per la campagna elettorale, parlando di Conciliazione e Lavoro al femminile, con Valmaggi, Marzano e Pollastrini.
Martedì Giunta, ma soprattutto firma del Protocollo d'Intesa per il Fondo di Solidarietà per il Lavoro e conseguente conferenza stampa. In serata Commissione Consultiva della Refezione scolastica, dove ho incontrato tanti genitori attenti a quello che mangiano i loro figli e desiderosi di collaborare con l'Amministrazione.
Mercoledì abbiamo lavorato alla preparazione del consueto grande evento di giugno dedicato all'infanzia: Un, due, tre...stella! e giovedì mi sono invece concentrata sulla lettura di nuovi Bandi, in particolare nel Sociale.
Venerdì, come al solito, giro nelle scuole: questa volta alla materna Fante d'Italia, con tantissimi laboratori (dal forno per cuocere la creta si travestimenti).

E poi...week end elettorale. Domenica voto sotto una splendida nevicata e giro ai seggi.

Chiudo la settimana piena di impazienza. Non vedo l'ora arrivi domani per sapere, per sperare, per gioire. Perché qui c'è davvero bisogno di ri-fare l'Italia!

venerdì 22 febbraio 2013

La scuola senza Dote




Sono arrabbiata, e lo dico in tutta sincerità.
Sono arrabbiata perché tutti i venerdì mattina visito una scuola pubblica della mia città e puntualmente tutti i venerdì mattina mi sento spiegare con passione quanto sono vive le nostre scuole e nello stesso tempo mi sento chiedere di intervenire per rendere più moderne le strutture, rinnovare gli arredi, dipingere, cablare. Insomma, di rendere più belle le nostre scuole.
E puntualmente ogni venerdì, al pomeriggio, telefono al mio collega ai Lavori Pubblici per segnalare questo o quell'intervento.

E condividiamo insieme la stessa frustrazione e la stessa impotenza a fronte di milioni di euro che ti servirebbero e che, non solo non ci sono, ma che vengono addirittura tolti di anno in anno ai bilanci dei Comuni. E sei costretto a scegliere fra l'educatore di sostegno ai bimbi disabili o le seggioline nuove nella mensa.

E allora scatta la rabbia.
Perché non ti spieghi (o meglio, preferisci non spiegartelo) la ratio che sta dietro la Dote Scuola, che per gli studenti delle scuole pubbliche è legata alla condizione economica (ISEE non superiore ai 15mila euro), mentre per quelli delle paritarie è "sostegno alla libera scelta" e quindi viene erogata a tutti gli ISEE sotto i 46mila euro.
Che, giusto per tradurrò per i Comuni mortali, significa (parlo solo di reddito, che costituisce buona parte dell'ISEE) un lordo annuo famigliare sopra i 120mila euro. Scusate se è poco.

E scatta la rabbia.
Perché pensi che quei soldi potrebbero
1)essere distribuiti almeno secondo un criterio di maggiore equità
2)essere soprattutto dirottati sulle scuole pubbliche per rimetterle in piedi.

Io ho insegnato in una scuola paritaria. Una meraviglia: aule computer nuovissime, bagni sempre in ordine, imbiancatura perfetta.
E questo però dovrebbe essere il minimo garantito a tutti

Invece non lo è.
Continua ad essere alimentata la duplice realtà di scuole di serie A e di serie B.
Continueremo ad avere un'Italia di serie A e una di serie B.

E finiremo per essere, in Europa, un Paese SOLO di serie B.

martedì 19 febbraio 2013

Le intuizioni notturne

Ieri sera ho avuto la fortuna di conoscere e ascoltare, in un dibattito organizzato dal PD, Michela Marzano candidata democratica alla Camera dei Deputati.

Tema: la conciliazione. Michela l'ha detto con forza: la conciliazione non è tema di pertinenza esclusivamente femminile. E siccome nell'immaginario comune (ma anche nella realtà) le cose invece vanno così, è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale.
Conciliare tempi di vita e lavoro deve diventare una sfida anche per gli uomini. Il fatto è che l'opinione comune non se lo pone proprio come problema maschile.

Poi succede che torni a casa alla 1.30, dopo una giornata vorticosa Comune-DibattitoPD- Consiglio Comunale e mentre ti trascini verso il letto pensi a chi quella sera si è occupato della cena e ha letto la fiaba della buonanotte ai tuoi figli.
E capisci che per alcuni uomini la conciliazione non è un'illustre sconosciuta.




sabato 16 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 7/2013




La quiete prima della tempesta...La settimana, infatti, è stata piuttosto tranquilla, e ho fatto il pieno di forze per la settimana che verrà, che, tra appuntamenti elettorali e impegni istituzionali, sarà tostissima.

Lunedì al mattino appuntamenti, al pomeriggio con gli uffici del settore Educazione ho voluto iniziare a parlare di bilancio di previsione, anche solo come chiacchierata esplorativa. Martedì Giunta, mentre mercoledì ho avuto un interessantissimo incontro alla Nostra Famiglia di Sesto, per parlare delle prospettive future e di integrazione socio- sanitaria. Giovedì si è iniziato a parlare di bilancio di previsione anche nel settore Sociale e per pranzo sono stata a mangiare con i bimbi di una delle scuole di Sesto: non solo l'occasione di stare con gli studenti, ma anche un modo per vigilare sulla qualità della mensa scolastica.
Venerdì le ultime verifiche perché tra una settimana partono le iscrizioni per i nidi comunali, e in serata un bell'incontro di campagna elettorale con Pippo Civati, Sara Valmaggi e Monica Chittó.


Oggi pomeriggio sfilata del carnevale cittadino, organizzata dagli oratori: grande momento di festa per il quale bisogna davvero dire un grandissimo grazie a organizzatori e volontari.
Quest'anno non ho potuto esserci, ma mi ritengo già prenotata per i prossimi quattro anni!

mercoledì 13 febbraio 2013

Una mammAssessore non è sempre benvenuta




(Nella foto io, il giorno dell'inserimento della giunta, a 38 settimane di gravidanza)


Oggi leggo quella notizia amara dell'Assessore di Mira, lasciata a casa per la sua scarsa presenza a causa della gravidanza.
Ripenso alla mia storia e alla scelta opposta che il mio Sindaco Monica Chittó ha fatto lo scorso giugno, anche affrontando scetticismi e perplessità per la mia possibile (ma soprattutto fisiologica) inefficienza.
Io non mi sono mai tirata indietro, nè credo volesse farlo l'Assessore veneta, vittima invece di un pregiudizio tristissimo sul l'impossibilità di conciliare lavoro e gravidanza e, soprattutto, politica e gravidanza.

È lo stesso pregiudizio che fa precipitare l'Italia nelle classifiche dell'occupazione femminile o della presenza delle donne in politica e nei luoghi di potere.
È un pregiudizio triste e, lasciatemelo dire, stupido, che con la mia testimonianza spero di contribuire ad abbattere un pochino.

Qui il comunicato stampa del nostro Sindaco, che coraggiosamente ha scelto di credere nelle donne e nella conciliazione.

domenica 10 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 6/2013




Questa settimana si è aperta con una piccola novità per la città: da lunedì è on line il menu del giorno delle scuole, per aiutare i genitori nella preparazione della cena.
Dopo la Giunta martedì, mercoledì ho avuto modo di visitare ancora una volta le aree dismesse, per calpestare con i miei piedi i luoghi su cui si stanno progettando i servizi (e anche le scuole) della città futura. Giovedì ho continuato a lavorare, con l'Assessore Montrasio, al Fondo di Solidarietà per il lavoro, e in serata ho incontrato un motivatissimo gruppo di mamme del comitato genitori dell' I.C Dante Alighieri.
Venerdì giro nelle scuole, questa volta alla materna Vittorino da Feltre. Ogni settimana vedo strutture scolastiche con grandi potenziali, che, se solo ci fossero le risorse, andrebbero sfruttati e rimodernizzati al massimo (giardini giganteschi, ambienti ampi...).

E poi, finalmente, week end dedicato alla famiglia. Che amplifica la stanchezza fisica, ma dà respiro alla settimana che viene. E grazie alla quale la colonna sonora della settimana sarà "un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela..."

giovedì 7 febbraio 2013

Ci sono giornate




Ci sono giornate, come quella di oggi, in cui la stanchezza è tanta.
Parlo di stanchezza fisica, perché non c'è giorno in cui il mio lavoro non mi appassioni, pur tra le mille difficoltà.
Sono giornate in cui fai mille cose, e devi mantenere la lucidità per 10 ore, per essere in grado di passare da temi, problemi e urgenze diversissimi. Sono giorni in cui pensi di avere le soluzioni, fai i conti con i bilanci dei Comuni e capisci che le soluzioni che hai non sono praticabili. E ti rimetti in discussione.
Sono giornate in cui tiri un attimo il fiato giusto nelle quattro chiacchiere della pausa pranzo, occasione per conoscere un po' di più, giorno per giorno, i "nuovi compagni di viaggio".
Sono giornate in cui sei in ufficio, vedi la sera scendere sulla città, illuminarsi le case,
e tu hai ancora un appuntamento o devi chiudere una riunione.
E continui a guardare l'orologio, perché a quell'ora, anche tu, hai solo voglia di correre a casa e tuffarti in una nuvola di capelli biondi e in un concerto di "ta-ta-ta-ta".

E alla fine, quando hai finito quello che avevi da fare, e torni finalmente al tuo nido, non c'è pienezza più grande.

mercoledì 6 febbraio 2013

Autoreferenzialità democratica




Mi tocca ripetermi: mi dispiace far torto ai mitici «Indivanados», ma è venuto il momento di lasciare il divano, uscire di casa, iniziare dal proprio pianerottolo e avviare una campagna elettorale porta-a-porta.
Vale per tutti, ma soprattutto per gli iscritti al Pd, a cui consiglio vivamente di non incontrarsi tra loro (che è sempre piacevole, ma c’è tutto l’anno per farlo) e di preoccuparsi di convincere chi convinto non lo è ancora.
Troppe serate, in tutta Italia, sono dedicate al confronto tra noi. Alla disamina più attenta, al contraddittorio più raffinato, alla critica più solerte. Ecco, per venti giorni, lasciamo stare. Preoccupiamoci di scorrere la rubrica del telefonino – il personalissimo database di cui ciascuno di noi è dotato – e l’indirizzario email, contattando tutte le persone che conosciamo, per spiegare, chiedere, informare e raccogliere suggerimenti e preoccupazioni.
Non è soltanto la cosa migliore da fare, è l’unica. Al resto, penseremo dal 26 febbraio in poi.


Il post di Civati oggi è attualissimo.
Soprattutto l'appello che lancia ai militanti del mio partito, del PD. Anche in questa campagna elettorale vedo poche iniziative veramente "nuove", capaci di catalizzare attenzioni e persone nuove, che mai hanno messo piede nelle sedi di partito, e che probabilmente mai lo faranno. Tante, troppe iniziative in potenza interessantissime, in atto, invece, autoreferenziali.
Questo dell'incontrarci "tra noi", a mio parere, rimane un vizio ereditario e per liberarcene la strada è ancora piuttosto lunga.

Ammetterlo, però, è il primo passo.

domenica 3 febbraio 2013

Giorno x Giorno - settimana 5/2013




È un post da venerdì sera, ma venerdì sera non avevo voglia di scrivere.
Non avevo voglia e non avevo forza: la settimana è stata un progressivo accumularsi di impegni, tensioni e fatiche.
Capita, e non me ne faccio un cruccio.

Dopo un week end dedicato alla famiglia, agli amici e al mio benessere (la meraviglia di un'ora di piscina la domenica mattina...) mi sembra giusto un rapido aggiornamento della settimana passata.

Lunedì giornata di "ricevimento" di associazioni legate al sociale e cittadini, martedì Giunta; mercoledì ho lavorato a un paio di progetti al settore educazione ed incontrato un gruppo di genitori. Giovedì ho incontrato i nidi privati accreditati per un confronto sui servizi all'infanzia e venerdì c'è stata la Conferenza di servizio con i dirigenti scolastici, dove abbiamo parlato del rapporto tra scuola e servizi sociali.

Una nota di colore. Venerdì pomeriggio, immersa tra spese e pulizie, arriva una chiamata alle 15.30 per presentarsi in Giunta alle 16 ( per deliberare gli spazi elettorali).
Una vera e propria chiamata d'urgenza che per un attimo mi ha fatto sentire un protagonista di Grey's Anatomy.

Sì, vabbe', ho detto per un attimo.

giovedì 31 gennaio 2013

Un aiuto per cena!





Da mamma so bene che programmare la cena per i figli evitando di cucinare le stesse cose mangiate nelle mense scolastiche non è mai semplice.
Più volte, alla domanda da me fatta a mia figlia di tre anni "Che cosa hai mangiato?" mi sono sentita rispondere "La carne, no anzi, la pasta, no, le carote, eeeee il riso!"
E allora cosa fare per aiutare i genitori? Detto fatto: dai primi di febbraio la pubblicazione sul portale del Comune sestosg.net del menù effettivamente consumato nelle scuole potrà aiutare i genitori nella pianificazione della cena.

Vuole essere un piccolo ma concreto aiuto ai genitori. In questo modo, infatti, sono in grado di sapere giorno per giorno cosa hanno mangiato a scuola i loro figli e potranno essere agevolati nella programmazione della cena.

Inizialmente la pubblicazione dei menù, on line da lunedì 4 febbraio, è prevista per le scuole materne, elementari e medie. A seguire, ci sarà anche quella degli asili nido.

Buona cena a tutti!

venerdì 25 gennaio 2013

Giorno x Giorno - settimana 4/2013




Come si sarà capito dai miei post, con questa settimana si sono avviate le iniziative per il Giorno della Memoria. Lunedì ho partecipato alla bellissima ed emozionantissima testimonianza "Voci di donne dai lager"; martedì invece è stata giornata di Giunta, in cui abbiamo accolto il Sindaco della città di Carpi, segnata del terremoto, e gli abbiamo consegnato i fondi raccolti dai cittadini sestesi.
Mercoledì giornata "tranquilla" di studio, soprattutto del settore anziani, mentre giovedì sono stata al nostro Centro Diurno Disabili, per confrontarmi con operatori e responsabili per valorizzare questa preziosa realtà.
In serata incontro organizzato da genitori su sostegno alla disabilità; il venerdì è iniziato, come di consueto, con una visita a una scuola (materna Corridoni). Non vi dico il salto nel futuro nel vedere bimbi cinquenni seduti al computer nel laboratorio di informatica! Una vera generazione 2.0!
In serata presentazione del sito Nuovasesto allo spazio MIL

Sabato corteo per il Giorno della Memoria al monumento dei deportati al Parco Nord e poi a Milano, a parlare di scuola, con il PD e Umberto Ambrosoli.

MammAssessore
Tanti impegni, uscite serali o rientri nel tardo pomeriggio. E sensi di colpa, ovviamente. Mi sa che sono compresi nel pacchetto. Forse li consegnano insieme alle dimissioni post-partum, con le indicazioni delle vitamine da somministrare.
È così per ogni madre, che non smetterà mai di chiedersi se fa o c'è abbastanza per i propri figli.

Costruire una "memoria permanente"




Qui l'intervista che mi è stata fatta dal magazine sestese Noisesto.
Mi piace molto il titolo, "Sesto NON dimentica".

E rilancio, per questo week end e per i twitter più affezionati, l'hastag #ionondimentico.

lunedì 21 gennaio 2013

#ionondimentico




La settimana si è aperta con un momento altissimo, per contenuti e per emozione.
Oggi abbiamo incontrato in sala del Consiglio Comunale gli studenti sestesi, per ascoltare insieme la testimonianza "Voci di donne dai lager", con cui abbiamo dato il via alla settimana legata al Giorno della Memoria.
Bella la sala piena di studenti commossi, bello il silenzio nell'ascoltare la testimonianza di chi ha subito quell'orrore sulla propria pelle.

Non ho voluto dire molto ai ragazzi in sala, perché le vere protagoniste oggi erano le testimoni e il loro dolore. Ma ho voluto ricordare, e l'ho fatto anche lottando con l'emozione che mi incrinava la voce, l'importanza del ricordo.
La parola deriva dal latino cor, cordis, che significa cuore. E se questo è perché si riteneva il cuore sede della memoria, penso che a noi oggi possa suggerire che non dobbiamo fare un mero esercizio intellettuale, ma che dobbiamo ricordare con il cuore oltre che con la testa.

E poi ho ricordato quella riflessione di Martin Niemöller (uno dei grandi resistenti contro Hitler, insieme con Bonhoeffer, sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau, mentre Bonhoeffer è stato ucciso): "Quando la Gestapo ha cominciato a venire ad arrestare i comunisti, io non ho detto nulla perché non ero un comunista. Quando la Gestapo è venuta per arrestare gli ebrei, io non ho detto nulla perché non ero un ebreo. Quando la Gestapo è venuta per arrestare i sindacalisti, non ho detto nulla perché io non ero un sindacalista. Quando è venuta per arrestare i cattolici, non ho detto nulla perché io non ero un cattolico. Quando alla fine son venuti per arrestare me, non c’era più nessuno per parlare".

domenica 20 gennaio 2013

Giorno x Giorno - Settimana 3/2013

Spesso gli incontri con gli amici iniziano con un: "Ma come si svolge la settimana di un Assessore?"
Oggi inauguro una (spero) "buona pratica" qua, in questo spazio mio e vostro, che è il mio blog.
È una sorta di riepilogo della settimana e della mia attività, fuori e dentro le mura del Comune.
Il lunedì mattina è dedicato agli appuntamenti, con Associazioni o singoli cittadini. Il pomeriggio ho iniziato a lavorare per l'estate dei bimbi e ragazzi della nostra città e alle diverse proposte che ci sono per loro in città.
Martedì, come sempre, è stata giornata di Giunta, con breve pausa pranzo, rigorosamente nella mensa comunale, con i colleghi; dopo cena ho partecipato alla riunione del gruppo PD.
mercoledì ho ripreso in mano la questione dei rapporti tra la scuola e i servizi sociali, con l'obiettivo di una vera sinergia. Abbiamo avuto modo poi di proseguire con l'Assessore Montrasio questo anche il venerdì, con gli incontri per condividere il progetto, che prende sempre più corpo, del Fondo di Solidarietà per il Lavoro. Sempre mercoledì incontro al PD con i responsabili del rapporto con le associazioni.
Un discorso a parte merita giovedì con la Conferenza dei Sindaci (io sono delegata dal Sindaco per la nostra città) per la presentazione da parte di ASL Milano del Documento di Programmazione dei servizi sanitari e sociosanitari. Dopo cena altra riunione al PD.
Sabato dedicato alla famiglia e sperando che la neve non si fermasse sulle strade (come cambiano le prospettive...).
E domenica a deporre la corona presso la lapide, vergognosamente danneggiata, dei fratelli Casiraghi, per ricordare che Sesto è e sarà sempre antifascista e nel pomeriggio alla festa dell'ANPI di Sesto a prendere la tessera.
L'angolo della MammAssessore
I bimbi sono tornati dal mare, e ci ha lasciati invece il relax. Questa è stata la settimana de "La Bella e la Bestia": scoperto domenica, balzato subito in testa alla top list della Polpetta, ormai conosciuto a memoria da tutta la famiglia.





martedì 15 gennaio 2013

Premier "a insaputa"




La logica deduttiva dell'"Amaca" di Serra, oggi:

Il sedicente Silvio, si sa, ha della verità una visione molto personalizzata, e quasi sempre stravagante. Ma che uno come Maroni, che da una vita se la gioca da pragmatico e da affidabile, venga a raccontarci che la scritta “Berlusconi presidente” sulla scheda elettorale (nello stesso settore dove si vota anche per la Lega) significa che Berlusconi è solo il presidente del suo partito, è una presa per i fondelli che nessun italiano pensante – non importa per chi voti – può reggere. Forse Maroni non se ne rende conto (o forse lo capisce benissimo), ma è complice di una doppia frode. Se è vero che “Berlusconi presidente” non significa che si candida a Palazzo Chigi, frodati sono gli elettori berlusconiani che sono indotti a crederlo da quella scritta. Se invece è vero, e Berlusconi è candidato premier, frodati sono gli elettori leghisti indotti – dallo stesso Maroni – a fidarsi di una coalizione che a poco più di un mese dal voto fa finta di non sapere chi è il suo unico vero leader. L’aspetto comico è che proprio quello schieramento, per anni, ci ha fatto una testa così sull’importanza della premiership, in specie se il premier è eletto dal popolo. La novità odierna è che il popolo deve sì eleggere il premier, ma a sua insaputa.

lunedì 14 gennaio 2013

Dei parchi giochi e del federalismo




Ho letto in rete una notizia, riguardante la possibilità di "privatizzare" i parchetti pubblici di Bologna, che ha scatenato in me tre riflessioni:

- la prima, più aderente alla notizia, è che trovo assurda questa possibilità. Non bisogna essere mamme per capire il valore sociale che hanno i parchi giochi: permettono i primi contatti tra bambini, anche per quelli che non hanno la fortuna di vivere l'esperienza dell'asilo nidi; abbattono le barriere sociali tra i bambini (un bambino figlio di immigrati va sull'altalena allo stesso modo di un figlio di italiani) e danno a tutti la stressa possibilità di gioco a prescindere dalla condizione economica del nucleo familiare; riportano i bambini verso modalità di gioco 1.0 senza televisione, videogiochi o pc; permettono alle mamme (e ai pochi papà che scelgono di prendere il congedo parentale) di socializzare, di sconfiggere il "baby blues" e di confrontarsi; sono una formidabile alternativa alle strade vuote (sarebbe bastato un giro a vedere i giochi di Piazza Oldrini il pomeriggio dopo l'inaugurazione);
- la seconda è legata alla drammatica situazione in cui si trovano oramai le casse dei Comuni; la scelta non è condivisibile, ma se si arriva a pensare di mettere un ticket d'ingresso ai parchi giochi vuol dire che i tagli ai bilanci comunali (senza che i Comuni siano sollevati da alcuni compiti e doveri) sono arrivati davvero all'osso.
- la terza è legata alla seconda e si chiede come sia possibile che tutto questo sia accaduto se negli ultimi 19 anni la Lega Nord sia rimasta al governo per 10; sarà certo colpa di "Roma ladrona", ma gli amici padani qualche responsabilità la portano sicuramente...

Spero due cose, in conclusione:
- che l'assessore del Comune di Bologna abbandoni questa possibilità
- che gli elettori si ricordino, il 24-25 febbraio, di chi in questi anni si è riempito la bocca di parole come "federalismo" e "sostegno agli enti locali" e li lasci a casa a riflettere un po'...

venerdì 11 gennaio 2013

La Conciliazione che trasforma la diffidenza degli altri






Ieri mi è capitata un'interessante discussione sul tema della Conciliazione e della tutela della maternità.
Quando si chiedono alle aziende, alle imprese e agli enti politiche di Conciliazione, solitamente, intendiamo la massima attenzione alla donna, alla sua maternità, al congedo e al rientro.
Però credo che per le aziende, le imprese e gli enti questo sia solo il minimo sindacale (sotto questo non chiamatelo Paese civile).
Fare cultura della maternità significa anche guardare a chi "resta".
I datori di lavoro non possono non tutelare la maternità anche nel senso più lato, impegnandosi ad esempio a sostituire prontamente e temporaneamente la donna che prende il congedo ed evitando di caricare i colleghi del suo lavoro.
Così non si crea cultura della maternità.
Così si crea il "terrore della pancia": la paura di avere una collega incinta.
E chi vuole lavorare per la difesa della maternità deve avere il coraggio di trasformare quella "paura" dei propri dipendenti nell'unico sentimento che si deve provare di fronte a una donna che, con gli occhi emozionati, dice "aspetto un bimbo": gioia.